La notizia giunge dalla Penn State University, secondo uno studio pubblicato su Toxin Reviews la pianta di cannabis può contenere metalli pesanti avendo una spiccata capacità di assorbirli se presenti nel terreno circostante.
Quando si parla di cannabis si scatenano le fazioni come per una partita di calcio, ora calma tifoserie e ascoltate perché questa ricerca è importante e lo scopo dei ricercatori.
Innanzitutto si tratta di una meta-analisi, cioè mettetevi l’anima in pace, i ricercatori non stanno affermando qualcosa di nuovo, sono tutti dati desunti da studi pubblicati ma che non erano stati messi in relazione tra loro.
Vediamo quali sono i fatti:
Fatto 1: i metalli pesanti (piombo, cadmio, mercurio, cromo) sono cancerogeni.
Fatto 2: la cannabis, in particolare certe varietà, ha la caratteristica di assorbire con molta efficienza i metalli pesanti dal terreno circostante.
Fatto 3: quanto sopra è tanto vero che la cannabis è ampiamente apprezzata ed usata in fitodecontaminazione (l’utilizzo di piante per risanare terreni contaminati), vengono selezionate delle varietà particolarmente efficienti a questo scopo.
Fatto 4: il contenuto di metalli pesanti della cannabis per uso terapeutico non è strettamente regolato. Il che è un problema, oltretutto la cannabis terapeutica è usata dai malati di cancro in chemioterapia, una beffarda contraddizione pensare che le piante possano essere cariche di metalli pesanti.
Cosa propone l’assistente professore in scienza delle piante e primo autore della ricerca Louis Bengyella? Non certo di non usare più la cannabis perché può contenere metalli pesanti, ma tenere presente che, senza accortezze nella coltivazione, questa sua spiccata caratteristica che la rende tanto apprezzata da chi decontamina terreni potrebbe renderla pericolosa per chi la ingerisce. Due raccomandazioni semplici: evitare le varietà selezionate appositamente in cui la capacità assorbente è più spiccata e fare molta attenzione che i terreni su cui viene coltivata quella destinata ad uso terapeutico non siano inquinati da metalli pesanti.
Roberto Todini