Cannabis: il primo social club in Umbria

cannabis social club

Cannabis social club: è questo uno degli ordini del giorno dei pentastellati. Michelle Petrelli, del Movimento 5 stelle, infatti, in una nota ha chiesto l’apertura del primo social club legato alla cannabis:

dedicato alla campagna di informazione e formazione sull’utilizzo della cannabis terapeutica e all’aggregazione di tutta una rete di cittadini, professionisti e cittadini pazienti che siano, in primis, di sostegno a chi soffre e offra informazione corretta e abbatta pregiudizi

Cannabis come strumento terapeutico




L’Umbria aveva vagliato la questione qualche anno fa. Nel 2014, infatti, il consiglio comunale di Perugia aveva dato il suo assenso per l’utilizzo di farmaci cannabinoidi a scopo terapeutico per la diminuzione del dolore. Nella Regione, infatti, si erano registrati dati positivi verso quei pazienti malati di Sla che utilizzavano questa tipologia di farmaci.

L’apertura di un cannabis social club è legato all’applicazione del ddl 2947 del 19 ottobre 2017. Il disegno di legge, infatti, si intitola: Disposizioni concernenti la coltivazione e la somministrazione della cannabis a uso medico”.

L’ordine del giorno proposto da Petrelli è passato con dieci voti favorevoli (e due contrari). Durante la seduta è stata sottolineata la differenza tra l’uso terapeutico e quello ricreativo. Per questo, infatti, si è tenuto a precisare che l’uso della cannabis non dovrà essere strumentalizzato. La Dott.ssa De Angelis, Vicepresidente dell’Ordine dei Medici di Perugia, proprio per questo motivo ha sottolineato che:




l’uso della cannabis nella terapia del dolore può essere effettuato solo quando tutte le altre forme di terapia non hanno avuto risultati. Non vi sono, al momento, studi sufficienti che ne confermino a pieno l’utilità, ma si è ancora in fase di sperimentazione. Proprio con l’obiettivo di creare una maggiore consapevolezza, sia da parte dei pazienti che dei medici, vi è la disponibilità dell’Ordine stesso a promuovere corsi e momenti di informazione che possano far chiarezza sul tema

Michele Petrelli ora attende il voto definitivo del consiglio comunale, tuttavia le premesse sono di buon auspicio. Il pentestellato, infatti, in una nota dell’Odg ha scritto che, da quando è stata approvato il Ddl diversi pazienti sono stati curati con la cannabis.

I due voti contrari

I voti contrari alla proposta di Petrelli, sono legati al fatto che in merito alla questione cannabis regna ancora molta confusione. Per alcuni, quindi, c’è il rischio che l’uso terapeutico si trasformi in ricreativo in poco tempo. Alcuni dati, tuttavia, dimostrano il contrario.

Antonella Soldo, Presidente di Radicali italiani dal 2016, ha evidenziato il caso degli Stati Uniti:

Mentre dagli Stati Uniti arrivano notizie sulla diminuzione dei consumi di cannabis tra i giovani dopo la legalizzazione, in Italia si confermano tutti i danni delle politiche proibizioniste. Politiche che non hanno minimamente scalfito un mercato di dimensioni abnormi, circa 6,1 milioni di consumatori, che hanno arricchito le narcomafie, criminalizzato i cittadini, riempito le carceri, intasato i tribunali e, soprattutto, hanno esposto i minori ai pericoli del contatto con la malavita

La proposta, comunque, non rappresenta una vera e propria novità. A tal proposito ricordo la nascita della “Cannabis Business School”: la prima scuola in cui si insegna a coltivare la cannabis.




Mentre attendiamo il parere del consiglio comunale ricordiamo che i cannabis social club hanno un codice di condotta. Devono essere predisposti per portare beneficio e non devono avere fini di lucro.

Elena Carletti

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