Candida auris: il fungo killer che persiste grazie al riscaldamento globale

Candida auris

Il cambiamento climatico, secondo gli studiosi, sembra giocare un ruolo chiave nell’ascesa di questo super patogeno Candida auris.

Secondo un recente studio eseguito sulla Candida auris e altre specie micotiche simili per genetica. E’ stato dimostrato che il primo sembra essere in grado di adattarsi all’aumento delle temperature mentre altri non sopravvivono alle temperature del nostro corpo grazie ai meccanismi di difesa del nostro organismo.

Cos’è la Candida auris





La Candida auris è una specie di micete ascomycota lievitiforme. Il suo nome compare per la prima volta nel 2009. E’ stato chiamato auris, che dal latino significa orecchio per essere stato individuato nel canale auricolare di una paziente ricoverata in un ospedale geriatrico giapponese. È una delle poche specie del genere Candida che genera candidosi nell’uomo. La candidosi è una delle più frequenti infezioni acquisite in ambienti ospedalieri da soggetti indeboliti da altre malattie. Nella sua forma invasiva la candidosi può infettare il sangue, il sistema nervoso centrale, reni, fegato, ossa, muscoli, articolazioni, milza e occhi.

Il CDC (Centri per la prevenzione e il controllo delle malattie) ha definito la Candida auris una “grave minaccia globale per la salute” a causa della sua resistenza agli antibiotici e agli antimicotici. Nel lontano 2009 furono colpiti nello stesso tempo ma in modo indipendente soggetti appartenenti a tre continenti diversi: Sud America, Sud Africa e India.

L’indagine, pubblicata sulla rivista mBio da Arturo Casadevall, esperto della Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health ha scatenato non poche preoccupazioni riguardo il cambiamento climatico di cui siamo spettatori e colpevoli.

“Ciò che il nostro studio suggerisce è che questo potrebbe essere solo l’inizio, e avremo sempre più problemi nel corso del secolo. Il riscaldamento globale porterà alla selezione di lignaggi fungini che sono più tolleranti alle alte temperature, e che dunque potranno violare la zona di restrizione termica dei mammiferi”

Federica Verdoliva

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