Uno studio proveniente dall’Università della California rivela che il campo magnetico dei buchi neri è molto più debole di quanto si supponeva. L’osservazione di un fenomeno abbastanza raro conosciuto come getti di buco nero, originati da un piccolo buco nero (circa 64 km di diametro) chiamato V404 Cygni è stata l’occasione per misurare con precisione il campo magnetico della corona di un buco nero, lo studio è stato pubblicato su Science l’8 dicembre.
I buchi neri, famosi per il potentissimo campo gravitazionale, si supponeva avessero anche un forte campo magnetico, il sorprendente risultato dell’osservazione effettuata sul fenomeno di getti avvenuto nel 2015 nel disco di accrescimento di V404 Cygni è che invece è ben 400 volte più debole della stima grossolana precedente.
Questa scoperta fa progredire la conoscenza su come davvero funzioni l’universo, porterà a dover riformulare molte teorie e in particolare getta una luce nuova su un mistero che circonda i buchi neri da quasi mezzo secolo, come mai occasionalmente riescano a sfuggire questi getti di particelle ad altissima velocità mentre tutto quello che è nelle vicinanze viene irrimediabilmente ingoiato.
In precedenza si erano formulate complicate ipotesi su come i forti campi magnetici accelerassero (fin quasi alla velocità della luce) e dirigessero i flussi di particelle, ora sappiamo che non è quella la spiegazione.
Serviranno nuovi modelli teorici e possibilmente nuove osservazioni di getti da buchi neri, ma questo non sarà facilissimo perché, come scritto più sopra, non è il più comune dei fenomeni celesti, basti pensare che per V404 Cygni il fenomeno precedente a quello del 2015 era stato registrato nel 1989 ed è anche di breve durata, quello del 2015 è durato circa due settimane.
L’osservazione del 2015 è stata effettuata con il grande telescopio delle Canarie (Spagna) che con la sua lente da 34 piedi è il più grande del mondo ed è una comproprietà tra locale istituto di astrofisica, università del Messico e università della Florida.
Fonte immagine: www.constellation-guide.com
Roberto Todini