Il Casinò di Campione D’Italia si trova in un exclave italiana sul territorio svizzero. Ed è considerato, se non altro a livello giuridico, un comune della Lombardia in provincia di Como. Ma per raggiungerlo bisogna necessariamente passare nel territorio svizzero. I 2,6 km quadrati di cui è composto sono completamente circondati dalla svizzera (via terra e con le acque del lago di Lugano). In realtà anche gli abitanti di Campione D’Italia sono molto integrati con la cultura elvetica. Le loro auto sono targate TI ( canton Ticino), usano l’Euro ma anche il Franco. Anche come tassazione il luogo gode del regime svizzero, con l’IVA all’8% che ne fa, a tutti gli effetti una fortunata zona extradoganale. Vi è la polizia locale, ma anche la Protezione Civile italiana.
Il fallimento del casinò
Questa premessa era necessaria per spiegare gli eventi balzati alle cronache negli ultimi giorni. Mi riferisco al fallimento del casinò di Campione, uno dei quattro italiani insieme a Venezia, San Remo e Saint Vincent nonchè il più grande d’Europa. Un luogo storico che è nato prima della seconda guerra mondiale. Rinnovato nel 2007 (con una spesa di 120 milioni di euro), questo regno del gioco dava lavoro a più di 500 persone. Il fallimento e l’impossibilità di un esercizio provvisorio, oltre a mettere in forse il futuro di un gran numero di famiglie, si ripercuoterà sull‘intera comunità del comune stesso. La vita della grande maggioranza dei residenti italiani a Campione D’Italia era legata all’attività del casinò e intorno ad esso ruotava. Per questo oggi circa 100 dei dipendenti della casa da gioco si sono riuniti sotto il Pirellone, sede della Regione Lombardia, per protestare contro questo licenziamento. Varie le testimonianze raccolte.
La regione Lombardia chiede l’intervento dei ministri
Qualcuno ha dichiarato che non ha ancora ricevuto nessuna lettera di licenziamento e, quindi, non può cercare altri lavori. Altri hanno descritto come non solo la vita di chi lavorava all’interno del casinò, ma quella di tutti i residenti ruotava attorno a questa attività. I sindacati, in particolare Cgil di Como, chiedono l’intervento dei ministri e la riapertura immediata del casinò. Una piccola delegazione di manifestanti è stata anche accolta dal presidente della regione Lombardia, Alessandro Fermi, che ha dichiarato di voler prontamente sollecitare i ministri della Finanza e dell’Interno per risolvere la situazione ed evitare che i giocatori e gli utenti, comincino a rivolgersi ad altre strutture.
È stato il Tribunale di Como a dichiarare fallito il casinò, dopo che anche il piano di risanamento non era stato accettato. l credito accumulato dal Comune di Campione D’Italia (che gestisce al 100% la società della casa da gioco) ammonterebbe a circa 30 milioni di franchi svizzeri ( 25 milioni di euro). Ma sembrerebbero esistere ulteriori debiti nei confronti di alcuni istituti bancari.
Considerando che gli abitanti di Campione sono circa duemila e il licenziamento toccherebbe più di 500 persone, possiamo capire quanto questo stravolgerebbe completamente la vita del luogo.
Marta Migliardi