Anche quest’estate Libera – Associazioni, nomi e numeri contro le mafie ha organizzato i campi di impegno e formazione E!State Liberi!: un’occasione di crescita e impegno, per scoprire che con l’antimafia sociale si fa la differenza.
Ogni estate, dal 2005, Libera – Associazioni, nomi e numeri contro le mafie organizza i campi E!State Liberi!: settimane di impegno e formazione contro le mafie. Questo è possibile anche grazie alla legge n. 109/96, fortemente promossa da Libera negli anni Novanta:
1996. La proposta di legge di iniziativa popolare, promossa da Libera, con più di un milione di firme raccolte, viene approvata in Parlamento e diventa la Legge 109/96 – Disposizione in materia di gestione e destinazione di beni sequestrati e confiscati.
I campi di E!State Liberi!
Anche durante questa estate Libera ha organizzato e portato avanti i campi di impegno e formazione sui beni confiscati con E!State Liberi!. Gli obiettivi principali di questi campi sono due: valorizzare e promuovere il riutilizzo sociale dei beni confiscati e formare le persone partecipanti sull’antimafia sociale.
I campi di E!State Liberi! si tengono su terreni e beni confiscati o sequestrati alle mafie e, oltre a formare le persone partecipanti tramite l’incontro con associazioni, espert3 e familiari di vittime innocenti delle mafie, prevedono lo svolgimenti di alcuni lavori di manutenzione e riqualificazione del bene confiscato.
Quest’anno Libera ha messo a disposizione più di 3.000 posti in tutta Italia e le settimane di campo sono state e saranno, in totale, circa 200. Sul sito di Libera è possibile consultare tutte le tipologie di campi: per maggiorenni, per gruppi, per minorenni, e addirittura per famiglie.
La legge n. 109/96 e il riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie
I campi di impegno si svolgono sui beni confiscati e sequestrati alle mafie, perché è importante che tali luoghi siano vissuti pienamente non solo da chi li gestisce ogni giorno, ma da tutta la società civile. Questo è possibile grazie alla legge n. 109/96, che permette il riutilizzo sociale dei beni confiscati.
L’associazione Libera nasce nel 1994 e lancia da subito una petizione con raccolta firme per chiedere l’utilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie. Due anni dopo, nel 1996, questa proposta di legge di iniziativa popolare viene accolta, e diventa la legge n. 109/96. Ma che cosa comporta questa legge?
Disposizioni in materia di gestione e destinazione di beni sequestrati o confiscati. (…)
2. I beni immobili sono:
a) mantenuti al patrimonio dello Stato per finalità di giustizia, di ordine pubblico e di protezione civile;
b) trasferiti al patrimonio del comune ove l’immobile è sito, per finalità istituzionali o sociali. Il comune può amministrare direttamente il bene o assegnarlo in concessione a titolo gratuito a comunità, ad enti, ad organizzazioni di volontariato (…)
Qual è il significato profondo della legge n. 109/96? E perché ha permesso la realizzazione, qualche anno dopo la sua creazione, dei primi campi di E!State Liberi!?
Perché il fulcro di questa legge prevede che il riutilizzo dei beni confiscati sia a scopo sociale: ovvero, che ne godano e se ne prendano cura non solo chi vive questi beni quotidianamente, ma anche tutta la società e la collettività. Insomma, che siano dei luoghi aperti e a disposizione di tutt3.
E!State Liberi!: prenderci cura dei beni confiscati è una responsabilità di tutt3 noi
Provare a cimentarsi in un’esperienza di impegno durante un campo di E!State Liberi è un’esperienza che può cambiarti la vita. Per molte persone non è solo il primo approccio all’associazione Libera e ai temi dell’antimafia sociale, ma è anche il primo incontro con la cittadinanza attiva e la vita di comunità.
I campi di impegno di Libera ci insegnano anche, e soprattutto, un’altra cosa: le mafie si combattono a livello istituzionale, ma è necessario che le comunità e l3 cittadin3 presidino con il loro impegno, e con i loro corpi, i luoghi restituiti alla collettività. Sta ad ognun3 di noi guardarci intorno e mantenere alta l’attenzione, come ci ha insegnato Rita Atria:
Prima di combattere la mafia devi farti un auto-esame di coscienza e poi, dopo aver sconfitto la mafia dentro di te, puoi combattere la mafia che c’è nel giro dei tuoi amici, la mafia siamo noi e il nostro modo sbagliato di comportarci.
La pratica dell’antimafia sociale può essere il primo approccio ad un impegno duraturo nella cittadinanza attiva: per questo l’antimafia sociale deve essere una lotta intersezionale, che cammina con tutte le altre. Per cambiare il mondo abbiamo ancora bisogno di sconfiggere le mafie.