Il barefooting, la nuova pratica basata sul camminare a piedi scalzi per un maggior benessere di tutto il corpo. Ecco come star bene a partire dai piedi
Camminare scalzi anche all’aperto non è illegale né in Italia, né in altre parti del mondo. Tuttavia è piuttosto insolito a causa dei pericoli a cui si può incorrere non utilizzando alcuna protezione per i propri piedi. Eppure esiste una pratica molto particolare e benefica che prende il nome di barefooting o gimnopodismo. Essa consiste semplicemente nel camminare a piedi completamente nudi, partendo dal principio che il piede è nato per non essere coperto. È noto che una calzatura non adatta può causare ferite, ipersudorazione e addirittura infezioni, ma è possibile smettere di indossare le scarpe? In cosa consiste davvero il barefooting? Quali sono i benefici e quando si può camminare scalzi?
Il gimnopodismo
Camminare scalzi è una tecnica molto utilizzata nei percorsi di riabilitazione in seguito ad interventi chirurgici. È anche un’ottima attività per i bambini, i quali possono migliorare il loro equilibrio, la loro andatura e lo sviluppo dei muscoli attraverso percorsi sensoriali creati ad hoc. Ma ad oggi il barefooting (o gimnopodosmo) sta diventando sempre più praticato anche per un semplice benessere sia fisico che mentale.
Infatti, se svolto correttamente, tra i tanti benefici per il corpo, è anche particolarmente rilassante e regala una sensazione di libertà. Pertanto, non bisogna abbandonare le scarpe e svolgere qualunque attività quotidiana a piedi nudi con il rischio di schiacciare una sigaretta o un pezzo di vetro. Bensì, consiste nel camminare scalzi su superfici naturali come l’erba e la sabbia. In questo modo si ammortizzano gli urti e si scarica parte del peso del corpo direttamente sul terreno e non sul piede. Sono quindi sconsigliate le superfici dure come il pavimento di casa.
Camminare scalzi fa bene a tutto il corpo, non solo ai piedi
Praticare barefooting sul prato, sulla sabbia o sul terriccio aumenta la propriocettività. Quest’ultima è la capacità di recepire la posizione del corpo inserito nello spazio. Ciò è possibile grazie a dei recettori sotto la pelle dei piedi. Un’alta propriocettività diminuisce il rischio di distorsioni o fratture in quanto migliora l’equilibrio. Inoltre, camminare scalzi favorisce una corretta postura soprattutto se si ha uno stile di vita sedentario.
Esistono controindicazioni?
Sicuramente ogni cosa ha i suoi pro e i suoi contro. Infatti, se si pratica barefooting per troppo tempo si possono presentare antiestetici calli o dolori alle articolazioni. Il giusto tempo consigliato da podologi e fisioterapisti è di un’ora al giorno. Inoltre, non tutti possono camminare scalzi a lungo. Per esempio, chi soffre di diabete ha una cute molto più sensibile quindi più soggetta a lesioni. Può essere controproducente anche per chi presenta patologie articolari.
Una filosofia di vita: i nati scalzi
Oltre a tutti i benefici medici il barefooting è diventato recentemente anche una cultura. In Nuova Zelanda, infatti, è nato il movimento di alcuni barefooters noti anche come Nati Scalzi. Essi si basano sul principio che per migliaia di anni gli esseri umani hanno vissuto scalzi. Ma soprattutto sul desiderio di libertà e sulle sensazioni che il corpo riceve stando a contatto diretto con il terreno.
Silvia Zingale