Andrea Camilleri, lo stimato scrittore italiano, durante un’intervista a Circo Massimo su Radio Capital ha rappresentato tutta la sua amarezza per il fallimento della legge sullo ius soli.
Intervistato da Massimo Giannini e Jean Paul Bellotto, Camilleri si dice affranto per la mancata approvazione della legge in Parlamento sullo ius soli, che riconoscerebbe la cittadinanza ai fgli di immigrati nati in Italia.
Sostiene anche che gli italiani sono un popolo di razzisti.
Negli anni Sessanta, lo scrittore, racconta di aver visto con i suoi occhi cartelli con scritto: “Non si affitta ai meridionali” in quel di Torino. Non è poi, così, diverso da quello che accade agli extracomunitari oggi.
Continua lo scrittore, dicendo che gli italiani non sono affatto brava gente; sono proprio come gli altri popoli.
Camilleri denuncia: “Abbiamo la memoria corta, ricordiamo solo com’era composta la Juventus nel ’36 o chi ha vinto il Festival di Sanremo”.
La memoria corta a cui si riferisce lo scrittore attiene a tutto ciò che il nostro popolo, in particolare i meridionali, hanno dovuto patire prima di essere considerati degni di rispetto e umanità.
Come lui anche Renzo Piano e il giovane scrittore Saviano sostengono un vero fallimento e un vero e proprio atto di razzismo la mancata approvazione dello ius soli.
Non si tratta di accogliere clandestini, si tratta di accogliere dei bambini nati in Italia e che forse cresceranno proprio accanto ai bambini italiani.
Forse bisognerebbe spiegarlo ai bambini perchè dovranno essere considerati “diversi” solo per la paura degli adulti.
Anna Rahinò