Gli ultimi giorni sono stati un disastro per Facebook, dopo aver registrato una perdita del 7% in Borsa il 19 marzo e dopo le dimissioni del responsabile delle sicurezza delle informazioni, Alex Stamos; Mark Zuckerberg si è tuttavia salvato da ulteriori perdite grazie alla vendita dei titoli, avvenuta prima che scoppiasse lo scandalo Cambridge Analytica. Anche oggi Facebook ha avuto una perdita di 6 punti a Wall Street e insieme a lui pure Twitter, che ne persi quasi 10.
Facebook e la Borsa
Tuttavia le cose sarebbero potute andare molto peggio per Zuckerberg: malgrado abbia perso 9 miliardi nelle ultime 48 ore e il suo patrimonio sia sceso a 66 miliardi di dollari, il CEO del noto social network ha comunque contenuto i danni tramite la vendita di azioni. Difatti, da gennaio del 2018, Zuckerberg ha venduto circa 5 milioni di azioni, operazione che gli ha fatto guadagnare circa 40 milioni di dollari, essendo avvenuta prima del ‘datagate’. Lunedì, quelle 4,9 milioni di azioni vendute avevano un valore di 855 milioni di euro. Mentre, in base alle stime di MarketWatch, ottenute attraverso i dati comunicati alla Sec, il fondatore di Facebook avrebbe intascato circa 900 milioni di euro. Ma lui li ha devoluti alla fondazione di beneficienza creata assieme a sua moglie, Priscilla Chan: la CZI, ossia Chan Zuckerberg Initiative, come da lui annunciato nel 2015 quando stabilì di cedere le quote della sua società. Nel settembre del 2017, Zuckerberg aveva comunicato l’intenzione di vendere tra i 35 e i 75 milioni di azioni, nel corso dei seguenti 18 mesi.
Ad oggi, Mark possiede il 14% del capitale di Facebook, seguendo un modello molto in voga nelle altre società presenti nella Silicon Valley. Difatti, possiede solo lo 0,7% di azioni A, scambiabili sul mercato, ognuna delle quali con un solo diritto di voto. Ad oggi, sono 1,5 miliardi di dollari per 9,3 milioni di titoli. Dall’altro lato, Zuckerberg possiede il 73,78% di azioni B, non scambiabili e detenute quasi totalmente dai fondatori della società, ossia Zuckerberg stesso, Eduardo Saverin, Andrew McCollum e Chris Hughes. Tali azioni sono molto importanti, ognuna vale 10 voti e garantiscono il controllo della società al giovane imprenditore che, però, sullo scandalo Cambridge Analytica non si è ancora espresso. C’è chi si chiede: “Dov’è finito Mark Zuckerberg?”, dal momento che sembra essere sparito nel nulla.
I provvedimenti di Cambridge Analytica
Nel frattempo la società britannica non è di certo rimasta a guardare e il consiglio di amministrazione ha sospeso Alexander Nix, CEO di Cambridge Analytica, dal suo incarico, attraverso la seguente nota:
“A giudizio del cda, i recenti commenti di Nix segretamente registrati da Channel 4 e altre asserzioni non rappresentano i valori o le attività della società e la sua sospensione riflette la serietà con la quale consideriamo questa violazione. Abbiamo chiesto al dottor Alexander Tayler di prestare servizio come Ceo facente funzione, mentre una indagine indipendente viene avviata per riesaminare questi commenti e queste asserzioni. Abbiamo chiesto a Julian Malins QC di condurre l’indagine, le cui conclusioni verranno condivise dal cda pubblicamente a tempo debito”.
Un video registrato con delle telecamere nascoste mostra Alexander Nix e altri responsabili della società mentre discutono di come siano stati in grado di far vincere le elezioni ai loro clienti, addirittura, uno di loro ha chiaramente ammesso che Cambridge Analytica ha contribuito alla sconfitta elettorale di Hillary Clinton.
In questa strana storia di dati rubati e di privacy violata, non si sa quali provvedimenti prenderà Mark Zuckerberg in merito a questa vicenda; intanto da più parti arrivano, sempre più pressanti, le richieste di chiarire il ruolo ricoperto da Facebook sia nelle elezioni presidenziali degli Stati Uniti sia nel referendum che ha portato alla Brexit. Prima o poi Zuckerberg dovrà uscire allo scoperto, non potrà sempre trincerarsi dietro il silenzio.
Carmen Morello