Sappiamo che tra cambiamenti climatici e sicurezza c’è un legame, siamo ben coscienti del legame con rischio di disastri e siccità e dunque con la sicurezza alimentare, non sarà una sorpresa per nessuno apprendere che di conseguenza c’è un legame anche tra cambiamenti climatici e conflitti.
In effetti non è una novità, diverse ricerche hanno già affrontato anche questo aspetto.
Allora qual è il punto del nuovo studio proveniente dall’Università di Miami e pubblicato su Earth’s future?
Il punto è che tra i ricercatori non c’è accordo sulla reale portata dell’impatto che i cambiamenti climatici hanno sul rischio di conflitti, laddove col termine conflitti indichiamo da un aumento della violenza al rischio di guerre civili fino ad arrivare a conflitti armati su vasta scala.
Un gruppo multidisciplinare composto da esperti con competenze in geografia, scienze politiche, scienze ambientali ed economia l’anno scorso aveva pubblicato uno studio in cui stimava un’influenza dal 3 al 20% dei cambiamenti climatici sul rischio di conflitti armati organizzati dell’ultimo secolo.
Nel nuovo studio, come illustra Caroline Kraan, una dottoranda che è l’autore corrispondente per questa ricerca, il gruppo ha inteso formulare una road map per gli studi futuri, evidenziando alcune linee di sviluppo da seguire.
Ne hanno individuate quattro:
_ la prima è approfondire il legame diretto tra cambiamenti e climatici e conflitti, quando si verifica e sotto quali condizioni;
_ la seconda è integrare in maniera ambiziosa i programmi di ricerca sull’argomento;
_ la terza è esplorare i rischi futuri e le possibili opzioni di risposta da parte di chi prende le decisioni;
_ la quarta è valutare quanto queste decisioni prese per affrontare i rischi saranno state effettive.
Il punto infatti è che se per affrontare e prepararci alle altre conseguenze dei cambiamenti climatici stiamo facendo qualcosa c’è bisogno di studiare interventi anche per affrontare i rischi di aumento dei conflitti legati al cambiamento climatico.
Roberto Todini