Italo Calvino: prendete la vita con leggerezza

Calvino moriva il 19 Settembre del 1985 a Siena, in seguito ai postumi di un ictus, che l’aveva colpito nei giorni precedenti. Ciò nonostante resta immortale per la grande eredità consegnata alla letteratura italiana. E per le capacità anticipatorie che hanno costantemente accompagnato le sue opere. Ancora oggi se ne può trarre, dalla sua esperienza, una serie di lezioni importanti.

Prendete la vita con leggerezza, che leggerezza non è superficialità, ma planare sulle cose dall’alto, non avere macigni sul cuore.
– Italo Calvino: Lezioni americane.

italo-calvinoItalo Calvino intellettuale di grande impegno politico, civile e culturale, ex partigiano e uno tra i narratori italiani più importanti del Novecento. Impercettibile fino ad essere invisibile, ma vivido di una luce imperitura. Continua a risistemare le pietre del ponte, affinché l’arco che lo sostiene regga nel tempo.

Nato a Santiago de Las Vegas de La Habana il 15 Ottobre del 1923, Calvino – figlio di un agronomo e di una botanica – da entrambi i genitori ha ereditato la vocazione scientifica. Di cui ha mantenuto il rigore del linguaggio e l’onestà intellettuale, applicandola nella sua vita di letterato alla più nobile tradizione umanistica dell’Occidente.

Insieme a Pasolini e Sciascia, Calvino resta un maestro del Novecento per lucidità e rigore. Un intellettuale unico e per certi versi irripetibile nel panorama culturale italiano. Un faro sempre acceso per chi si occupi di letteratura, scienza e comunicazione. Un autore esauriente che ha scrutato la società italiana con quella leggerezza tipica di chi sa trasformare la scrittura in sentieri.

Con eccellente esempio, Calvino, è stato tante cose insieme anzitutto. L’espressione della cultura che sa vivere e che riesce a dare senso alle cose apprezzandone i dettagli. Il suo immenso dono è questa rinnovata prospettiva, eterna per natura e potenzialmente rivelatrice del nostro destino. La capacità di mettere insieme ciò che non sembra destinato ad esserlo. Come il “cristallo” e la “fiamma”. L’uno algido, perfetto e immutabile, l’altra mobile e scostante, impetuosa tanto da bruciare se stessa.

Le lezioni di Calvino

Nei mesi precedenti alla morte, Calvino era intento a redigere le sue “Lezioni americane”.  Da tenersi di lì a poco ad Harvard, il cui sottotitolo era “sei proposte per il prossimo millennio”. Lezioni in cui si va dalla leggerezza alla molteplicità, toccando l’esattezza, la visibilità e la rapidità. La sesta ed ultima lezione, purtroppo, Calvino non fece in tempo a scriverla. Ne restano degli appunti attraverso cui si intuisce che molto probabilmente era riferita ad un racconto di Melville, Bartleby. Si sarebbe intitolata Consistency, coerenza, in origine il titolo openness. Concepita come apertura: qualità necessaria a qualsiasi forma di relazione; tra uomo e uomo e tra uomo e mondo.

Vasto e variegato è l’orizzonte culturale da Italo Calvino esplorato con uno suo sguardo originale e innovativo. Abbraccia la poesia e la tecnologia, la filosofia e la scienza.  Ha anticipato sui tempi lo sviluppo del pensiero contemporaneo, in una sintesi ardita e affascinante. La modernità di Calvino consiste proprio nella capacità di contaminazione. Di pluralità dello sguardo, di osservazione stratificata, che rende il mondo un universo sempre più misterioso. Oltre ogni scoperta ed evidenza.

Per questo motivo le annotazioni delle memorabili Lezioni Americane di Calvino:  leggerezza, rapidità, visibilità, molteplicità e esattezza, ancora oggi rappresentano un modo di analizzare. Se non anche un condizionare il futuro. Concetti a cui più usualmente si fa ricorso per definire l’opera di Italo Calvino. Essi individuano aspetti reali della personalità dello scrittore anche se, contemporaneamente, rischiano di sottovalutarne altri. Ugualmente presenti e decisivi.

Il potere evocativo delle leggerezza

Esaminando quarant’anni di vita passata a scrivere, Calvino si rese conto che gran parte del suo lavoro era basato sulla sottrazione di peso. Lo scopo che si poneva ogni volta era quello di alleggerire i racconti nella struttura e nel linguaggio. Italo Calvino prova a spiegarci – attraverso alcuni riferimenti letterari – perché la leggerezza dovrebbe essere considerata, sia dall’uomo moderno che dallo scrittore, un valore da acquisire.

Nella mitologia greca troviamo un grande esempio di leggerezza e Calvino ce lo presenta in mondo eccellente. Parte da se stesso, dall’imperativo incontrovertibile imposto ad ogni scrittore del Novecento. Il dovere di rappresentare la realtà, l’autore confessa di essersi inizialmente posto come semplice osservatore del mondo. Con l’intento di assorbire la verità per poi rivoltarla nei suoi racconti, ma sin da subito ha incontrato delle difficoltà:

Presto mi sono accorto che tra i fatti della vita che avrebbero dovuto essere la mia materia prima e l’agilità scattante e tagliente che volevo animasse la mia scrittura c’era un divario che mi costava sempre più sforzo di superare. Forse stavo scoprendo solo allora la pesantezza. L’inerzia, l’opacità del mondo. Qualità che s’attaccano subito alla scrittura, se non si trova il modo di sfuggirle.
– Italo Calvino.

Oggigiorno parlare di leggerezza sembra quasi contraddittorio, tutto attorno a noi è leggero, viviamo in una società fluida. Determinata dall’inconsistenza propria dell’immediatezza di fruizione di qualsiasi cosa. Provando ad impostare un equilibro tra le due forze (al pari di Perseo) dovremmo essere in grado controllare la pesantezza e utilizzarla secondo le nostre esigenze.

Affinché la leggerezza non ci elevi al di sopra del sopportabile, non annullando la gravità che si raggiunge la giusta dimensione. E’ una prerogativa che lo scrittore, nel suo mestiere, e l’uomo, nel suo viere,  dovrebbero perseguire ad ogni costo.

La leggerezza per me si associa con la precisione e la determinazione, non con la vaghezza e l’abbandono al caso. Paul Valéry ha detto: Il faut etre léger comme l’oiseau, et non comme la plume. (Si deve essere leggeri come l’uccello che vola, e non come la piuma)
– Italo Calvino, Lezioni Americane.

 

Felicia Bruscino

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