Estinzione di massa provocata dal calo di ossigeno negli oceani

riscaldamento oceani

Quando si dice estinzione di massa la maggior parte delle persone pensano ai dinosauri e all’asteroide, in realtà nelle storia della Terra ci sono stati diversi di questi eventi, il corretto nome scientifico è transizione biotica ed è definita come un periodo di transizione biologico relativamente breve in cui si verifica un sovvertimento dell’ecosistema globale con la scomparsa di alcune specie e l’ascesa di altre che diventano dominanti. Nel periodo Siluriano (tra 443,7 e 416,0 milioni di anni fa) avvenne un’estinzione di massa conosciuta come evento Ireviken, non si tratta di una delle estinzioni di massa più massicce ed ha coinvolto soprattutto organismi dei fondali marini come conodonti e trilobiti, dunque parliamo di un’estinzione di massa avvenuta quasi mezzo miliardo di anni fa che non ha colpito animali simpatici come i dinosauri ma solo dei progenitori arcaici di anguille e granchi che abitano i fondali, quindi perché ce ne dovrebbe importare? Perché la ricerca di cui ha dato notizia la Florida State University e pubblicata su Earth and Planetary Science Letters afferma che a scatenare l’estinzione di massa fu un calo di ossigeno negli oceani, un evento a cui stiamo assistendo nella nostra epoca.



Sono stati pubblicati molti lavori sull’evento Ireviken ma nessuno era stato in grado di provare la relazione tra i cambiamenti chimici e climatici e l’estinzione di massa. Il team diretto da Seth Young assistente professore nel Dipartimento di scienze atmosferiche, della Terra e oceaniche, ha sviluppato un innovativo approccio multi-proxy basato sui rilevamenti di isotopi stabili di carbonio, isotopi stabili di zolfo e firme geochimiche dello iodio.
Ma che vuol dire approccio multi-proxy? Innanzitutto scusate l’anglicismo ma per quanto abbia cercato semplicemente non esiste un termine italiano per spiegare cosa sia un proxy in climatologia, non è colpa mia se siamo la periferia dell’impero e la ricerca non si fa in italiano e quindi molti termini scientifici nella nostra lingua semplicemente non esistono. I proxy sono tutti quei mezzi tramite i quali i climatologi possono estrapolare dati sul clima per epoche precedenti alle registrazioni dei dati che sono iniziate solo con la moderna climatologia alla fine dell’ottocento, fra questi ci sono le famose carote di ghiaccio, lo studio delle sezioni degli anelli di crescita degli alberi e gli strati di sedimentazione.



Gli scienziati hanno applicato questo approccio combinando i tre suddetti proxy (carbonio-zolfo-iodio) a campioni provenienti da due importanti siti geologici, uno in Nevada e uno nel Tennessee, siti che nel periodo in oggetto erano sommersi dall’oceano. Il risultato ha mostrato una chiara relazione tra calo dell’ossigeno negli oceani ed estinzione di massa, le acque del periodo dell’evento Ireviken mostrano un calo di ossigenazione, se lo combiniamo con un altro fatto conosciuto avvenuto nel periodo, il salire del livello delle acque, abbiamo uno scenario in cui il salire del livello degli oceani portò acque povere di ossigeno in aree meno profonde e dunque più popolate da organismi che abitano i fondali, questo quadro secondo gli autori della ricerca è più che abbastanza per spiegare l’estinzione di massa e lancia un’ulteriore campanello di allarme per quanto sta accadendo oggi ai nostri oceani in cui si sta registrando sia l’innalzamento delle acque che la deossigenazione degli oceani.

Roberto Todini

Exit mobile version