Caldo torrido in Bangladesh, scuole chiuse e interruzioni di corrente

caldo torrido in Bangladesh

Un’ondata di caldo torrido in Bangladesh, dove si sono registrate tra le temperature più alte degli ultimi decenni, sta causando diversi problemi nel Paese: oltre ad aver chiuso migliaia di scuole, sono sempre più frequenti anche le interruzioni di corrente.

Temperature record e durata superiore alle aspettative

È ormai da qualche settimana che è passato il pericolo del ciclone Mocha, che ha colpito Bangladesh e Myanmar causando gravi danni, ma pare che i fenomeni ambientali continuino a colpire queste zone. Nell’ultimo periodo infatti un’ondata di caldo torrido ha colpito il Bangladesh, causando diversi problemi tra crisi energetiche e chiusura delle scuole elementari.

Per fare esempi concreti, le temperature nella capitale, Dacca, sono salite a circa 40°C. Nel distretto di Dinajpur invece, a Nord, in data 3 giugno si è registrata una temperatura di 41,3°C, la più alta mai misurata dal 1958. Ovviamente a risentirne è principalmente la fascia più povera e meno abbiente della popolazione, soprattutto a Dacca.

Bazlur Rashid, un alto funzionario del Dipartimento meteorologico del Bangladesh, ha commentato “Non abbiamo mai visto un’ondata di caldo così prolungata dall’indipendenza del Bangladesh nel 1971″.

Ogni estate, il Bangladesh affronta ondate di caldo, ma quella di quest’anno è insolita. In passato, le ondate di caldo avvenivano solo per pochi giorni o una settimana, ma quest’anno sono continuate per due settimane e più.

Le ondata di caldo in passato colpivano solo alcune parti del Paese, quest’anno sono molto estese e si sono diffuse in quasi tutte le parti del Paese

Le conseguenze: energia e scuola

Come già accennato, sono diverse le conseguenze di questo periodo di esposizione prolungata al caldo torrido in Bangladesh. Innanzitutto, è da citare la decisione del governo di chiudere le scuole elementari (si contano decine di migliaia di scuole chiuse), con l’obbiettivo di salvaguardare il benessere della popolazione infantile.

Oltre alle scuole, si è verificato anche un’importante carenza di energia elettrica nei centri abitati, risultando in diverse e ripetute interruzioni di corrente. Nonostante l’inevitabile crescita della domanda di energia elettrica, necessaria per attivare ventilatori e altri dispositivi per rinfrescarsi, la produzione di energia è stata ridotta per le difficoltà economiche che sta attraversando il Paese e che impediscono l’acquisizione del carbone necessario per alimentare le centrali. La più grande centrale elettrica del Paese infatti è stata chiusa lunedì proprio a causa della carenza di carbone.

In alcuni distretti rurali, le interruzioni di corrente durano dalle sei alle dieci ore al giorno, come hanno riferito alcuni funzionari della compagnia elettrica statale.

Il caldo torrido in Bangladesh c’era già ad aprile

Non si tratta del primo episodio dell’anno in cui si verificano periodi prolungati di caldo torrido in Bangladesh. Verso fine aprile e inizio maggio si erano infatti già registrate in Bangladesh e, in generale, in una porzione di territorio che va dal nord-est dell’India fino alla Thailandia, temperature record per diverse settimane. L’ondata si era attenuata durante il mese di maggio, per poi però riprendere solo di recente.

Già in quelle settimane diversi scienziati della World Weather Attribution provenienti da India, Thailandia, Francia, Australia, Danimarca, Germania, Kenya, Paesi Bassi, USA e Regno Unito hanno collaborato per valutare in che misura il cambiamento climatico indotto dall’uomo abbia alterato la probabilità e l’intensità del caldo estremo in questi Paesi. Secondo le conclusioni dei loro studi:

Le osservazioni e i modelli mostrano entrambi un forte aumento della probabilità e dell’intensità degli eventi di caldo umido ad aprile. I risultati combinati danno un aumento della probabilità che, a causa del cambiamento climatico indotto dall’uomo, un tale evento si verifichi del 30% almeno in India e Bangladesh.

Quindi, oltre al fatto che le temperature registrate sono in generale più elevate, l’impatto dell’uomo ha aumentato la probabilità che questi fenomeni dannosi avvengano addirittura del 30%. Questa in qualche modo, se ci fossero ancora persone poco convinte, è un’ulteriore dimostrazione dell’impatto che l’inquinamento globale indotto dall’uomo sta avendo sull’ambiente, e che non si sono ancora prese misure adeguate per fronteggiare tale crisi climatica.

Nel frattempo, tornando in Bangladash, Rashid ha affermato che l’ondata di caldo si placherà con tutta probabilità quando arriveranno le piogge monsoniche a metà giugno, mentre il governo ha affermato che la produzione di energia aumenterà nel giro di due settimane una volta che arriveranno le importazioni di carburante. La speranza quindi è che questo momento critico sia superato al più presto.

Mattia Tamberi

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