L’Italia si candiderà per ospitare l’Europeo di calcio del 2028

Campionati europei Italia

La debacle dell’Italia contro la Svezia ha segnato un po’ l’anno zero del calcio italiano e se da un punto di vista tecnico il rilancio sembra ancora lontano, qualcosa si muove per quanto concerne le proposte future.

Infatti a margine della presentazione del progetto del nuovo stadio del Cagliari, il direttore generale della Figc Michele Uva, ha annunciato in maniera velata che l’Italia avanzerà la propria candidatura per l’Europeo di calcio del 2028 e che il nuovo impianto sardo potrebbe essere un biglietto da visita importante in tal senso.

Uva ha denunciato il ritardo nei lavori di ammodernamento degli stadi italiani e considerando che al momento solo quattro stadi sono stati pienamente ristrutturati (Allianz Stadium di Torino, Mapei Stadium di Reggio Emilia, Dacia Arena di Udine e Benito Stirpe di Frosinone) il discorso è ancora in fase embrionale.

Il dirigente della Figc ha sottolineato anche la sicurezza e i confort che uno stadio dovrebbe avere, citando un curioso aneddoto: “Bisogna fare delle scelte lungimiranti, proiettarsi al futuro, non è concepibile che gli spettatori guardino ancora le partite sotto la pioggia. Una volta ero allo stadio Artemio Franchi di Firenze con il presidente delle federazione australiana. Appena ha cominciato a piovere, mi ha chiesto quando avrebbero provveduto a chiudere la struttura, pensando che ci fosse una copertura”.

Dunque dopo la bocciatura di Euro 2016 (si è svolto in Francia), l’Italia prova riproporsi per ospitare la fase finale del torneo continentale. Non sarà affatto semplice e considerando che la manifestazione nel Bel Paese manca addirittura dal 1980, è bene riprovarci.

La prima volta invece risale al 1968 ed è anche l’unica in cui la nostra nazionale è riuscita a trionfare. Insomma un po’ poco per un popolo che vive il calcio in maniera passionale e costante.

Per poterci realmente riuscire però, c’è bisogno di un progetto serio, con strutture avveniristiche e comode da raggiungere, senza dimenticare l’allestimento di una squadra degna di questo nome (ma per questo il tempo a disposizione è ancora tanto).

Antonio Pilato

 




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