Quel gesto, un calciatore non lo doveva fare su nessun campo. Fare il saluto romano fascista non è degno di uno sportivo, dopo aver segnato un gol. Men che meno a Marzabotto, città medaglia d’oro per la Resistenza dove nazisti e fascisti fecero una strage di cittadini inermi poco prima della Liberazione.
Ora Il calciatore Eugenio Maria Luppi, che dopo aver segnato un gol a Marzabotto in una partita di seconda categoria dilettanti domenica 12 novembre, aveva addirittura mostrato una maglietta della Repubblica di Salò, è stato denunciato per apologia di fascismo.
Un gesto orribile e stupido al tempo stesso che farà del male a sé e alla sua squadra, la “65 Futa”. La maglia esibita con tanto disprezzo dal 25enne calciatore Luppi è stata sequestrata dai carabinieri e ora su di lui indaga la Procura di Bologna.
Ma non basta. Sull’assurdo episodio ha aperto un caso la Procura federale. E pure il Comune di Marzabotto si è mosso subito con una denuncia contro il calciatore. Secondo il sindaco della città in provincia di Bologna Romano Franchi, l’atto compito ipotizza il reato di apologia di fascismo. Quindi promette: “Quando sarà partito il procedimento ci costituiremo parte civile”.
Ora Luppi ha creato un danno d’immagine enorme a tutta la sua squadra. “Siamo disarmati per quello che è successo. Stiamo valutando se ci sono le condizioni per andare avanti o ritirare la squadra dal campionato. Ma la società non c’entra niente. Potremmo rivalerci dal punto di vista civile sul calciatore”, dice Enrico Dini, 60 anni, che ha fondato la “65 Futa”.
Dini è arrabbiato e amareggiato. “Ora devo capire se i calciatori, i suoi compagni di squadra se la sentono di tornare in campo, cosa succederà durante le partite alle quali parteciperemo, se saremo sanzionati pure noi. E se gli imprenditori del territorio potranno ancora continuare a sostenerci economicamente. Perché altrimenti non si va avanti. Sto provando a parlare con Luppi da due giorni ma non riesco a trovarlo al telefono” Un atteggiamento molto riprovevole per il calciatore che ha provocato una situazione che rischia di diventare ingestibile.
Nel frattempo, l’allenatore della “65 Futa” Massimiliano Collina, i dirigenti e i giocatori hanno mangiato una pizza assieme: ”C’era da capire come andare avanti. Il calciatore Luppi non è stato invitato. La prossima partita sarebbe domenica in casa a Loiano contro l’Atletico Mazzini ma probabilmente sarà annullata causa neve. Meglio così. Una pausa di riflessione ci vuole. Stiamo ricevendo insulti, minacce, ci hanno scritto ‘dovete morire’ sul sito. Mi hanno accusato di fascismo. A me. Mio padre è di Marzabotto”.
Ecco cosa può succedere quando un giovane calciatore, evidentemente un esaltato di estrema destra, mette in campo la politica facendo tornare ricordi terribili. Ora tutta la squadra, pure l’allenatore che, ironia della sorte ha il padre originario proprio di Marzabotto, potrebbe dover rinunciare a tornare in campo e a restare fuori dal campionato. Luppi invece, calciatore ormai macchiato per sempre, dovrà probabilmente sostenere un procedimento penale per apologia di fascismo.
Massimo Mongardi