Sembrerebbero appartenere ad un albanese, scomparso nel 2013 a Genova, le ossa ritrovate nella lussuosa villa settecentesca di Senago, una città alle porte di Milano. Questa ipotesi sarebbe avvalorata anche dai tipi di ambiti rinvenuti vicino ai resti del cadavere, che corrisponderebbero a quelli indossati dall’uomo al momento della scomparsa.
L’albanese era noto alle forze dell’ordine per sfruttamento della prostituzione e furto. Proprio a Genova, 5 anni fa, il fratello aveva denunciato la sua scomparsa. Dopo alcune investigazioni era stata segnalata la sua presenza nel monzese, ma poi si erano di nuovo perse le sue tracce. Ricordiamo che Senago si trova sul confine tra le Provincie di Milano e Monza. Per questo, dopo il macabro ritrovamento, sono intervenuti i carabinieri del Nucleo investigativo di Monza, coordinati dalla Procura di Monza di Rosario Ferracane.
Il macabro ritrovamento del cadavere murato
Il ritrovamento delle ossa risale a due giorni fa. Durante alcuni lavori di restauro, due operai, che stavano picconando una parete, si sono ritrovati difronte dei resti umani. Hanno, quindi, subito avvisato il proprietario che si è rivolto alle forze dell’ordine. Oggi la residenza storica è stata trasformata in nucleo di diciannove appartamenti. È completamente escluso qualsiasi coinvolgimento dei proprietari della casa. Sarà senz’altro interessante, per gli inquirenti, verificare cosa accadde durante un altro restauro, avvenuto 7 anni fa, dove vi era un cantiere in piena attività a cielo aperto. Sarebbe stato piuttosto semplice abbandonare un corpo privo di vita o nasconderlo in modo che nessuno potesse ritrovarlo, magari adagiandolo all’interno di un muro non ancora terminato.
Le cause del decesso
Sono ancora ignote le cause del decesso. I resti, appositamente repertati, sono già stati inviati al laboratorio forense Labanof di Milano. Dopo le analisi potrebbero essere più chiare le dinamiche degli eventi ma fino a che non si avranno altre risposte, si continua solo a parlare di ‘occultamento di cadavere’. Nella giornata di ieri qualcuno aveva ipotizzato un modus operandi tipico della “lupara bianca”, ovvero un crimine di stampo mafioso. Non ci sarebbe da stupirsi più di tanto: la Brianza è un territorio, come rivelato dalle tante inchieste giudiziarie, dove la malavita (soprattutto quella calabrese) è piuttosto radicata. Gli inquirenti però, allo stato delle cose, non escludono alcuna pista. La villa dove è avvenuto il ritrovamento dei resti umani è paradossalmente nota come ‘Villa degli Occhi’, in via XXIV Maggio, nel verde Parco delle Groane. Occhi che questa volta, non avevano visto niente.
Marta Migliardi