L’azienda giapponese Donut Robotics ha sviluppato una mascherina intelligente che si connette ad internet. Si chiama C-mask e si indossa sopra una normale maschera protettiva. Tramite un microfono e la connessione bluetooth alla relativa applicazione su smartphone, trascrive i discorsi in messaggi.
Questi messaggi, per ora in giapponese, possono essere tradotti in inglese, cinese, spagnolo, francese, coreano, indonesiano, thailandese e vietnamita. Inoltre è possibile utilizzare il microfono della C-mask per effettuare chiamate, registrare conversazioni e per amplificare il volume della voce, come un megafono. Il design è completamente in plastica bianca ed è stato ideato basandosi sulla mappatura dei muscoli del viso.
http://https://www.youtube.com/watch?v=Q1SfUZ7pRsU
Taisuke Ono, il capo esecutivo della Donut Robotics ci spiega come sono riusciti a riconvertire il progetto iniziale con le attuali normative che obbligano l’uso delle mascherine:
Abbiamo lavorato seriamente per anni per sviluppare un robot e abbiamo usato questa tecnologia per creare un prodotto che risponda alle nuove esigenze della società dettate dal Coronavirus
Com’è nata l’idea?
La storia ci ha insegnato che molte invenzioni nascono in situazioni di emergenza. Infatti gli ingegneri dell’azienda robotica Donut Robotics hanno avuto l’idea mentre cercavano una soluzione per sopravvivere alla pandemia. Prima dell’allarme Covid19 l’azienda aveva firmato un contratto per fornire robot e traduttori all’aeroporto Haneda di Tokyo, ma con l’arresto dei voli il progetto era bloccato.
La start-up robotica ha raccolto ben 28 milioni di Yen per un progetto che paradossalmente auspica al mondo di continuare ad indossarle. Le mascherine verranno infatti distribuite da settembre a circa 40 dollari ciascuna (meno di 35 euro), in tutti i paesi che le richiederanno. Taisuke Ono ha espresso che il prodotto sarà infatti per un mercato di massa e che genererà entrate attraverso le applicazioni scaricate dagli utenti.
Sicuramente speriamo tutti che le mascherine diventino un triste ricordo, ma per il momento i progetti sembrano altri.
Mi viene in mente la scena del film francese Il pianeta Verde del 1996 diretto da Coline Serreau, dove un’aliena con origini terresti scende nel pianeta Terra per valutarne la situazione. Non conoscendo le lingue parlate le viene immesso nel cervello un programma con tutte le lingue del mondo. Entra in un negozio e ne prova più di una fino a trovare quella giusta. Sembra quasi che la C-mask possa essere una primitiva possibilità per diventare poliglotti senza studiare!
Cristina Meli
Cosa non riescono a inventare?!
Interessante, come tutti gli argomenti che proponi e sviluppi, però… speriamo davvero di non averne più bisogno.
Grazie Cristina, brava!!!
A rileggerti,
Marina 🙂
Speriamo davvero. Grazie Marina, a presto