Un nuovo virus: la burocrazia informatica

Cosa si intende con “burocrazia informatica”?

La burocrazia informatica – neologismo non ancora approvato dall’Accademia della Crusca – corrisponde a una realtà che conosciamo benissimo tutti: il sistema per farti diventare matto, a suon di novità tecnologiche che si succedono a ritmi vertiginosi. Novità che vengono presentate come irrinunciabili, e che ti rubano tempo, tanto tempo.
I giovanissimi ci sono nati, tra le sue spire, e quindi forse neppure se ne accorgono. Gli anziani per loro proverbiale saggezza, se ne tengono alla larga.
Sono coloro che spaziano tra i quarantacinque e i settant’anni – i cosiddetti boomer – che hanno qualche avvisaglia al riguardo. Parlo di persone che storcono il naso quando arriva una nuova app, che accolgono con terrore i continui aggiornamenti e novità rispetto alla gestione di un pc o di uno smartphone. Insomma, persone che vorrebbero anche vivere. E non essere fagocitate in continuazione da questo virus implacabile che è la burocrazia informatica.

Le app degli smartphone

Non che sia così difficile scaricarle, però ciascuna app cova in seno delle trappole che, come ci caschi, per uscirne devi sudare le proverbiali sette camicie.
Di solito funziona così: individui quella che ti serve, la scarichi, la installi. A questo punto provi a vedere come funziona, e quasi sempre non è quel che cercavi, oppure la parte che ti interessava è a pagamento.
Non contento, tenti con un’altra app, e poi con un’altra ancora.
E intanto il tuo Smartphone si riempie di inserti pubblicitari che ti fanno uscire dai gangheri.
Alla fine forse riesci a trovare esattamente quel che cercavi, la app dei tuoi sogni.
Ma quanto tempo hai perso e quanto hai maledetto la burocrazia informatica?

Il bonifico online

Non so tu, ma se devo effettuare un bonifico online mi scendono i sudori freddi lungo la schiena. Vero, una volta dovevo recarmi in banca (a cinque minuti da casa mia), magari fare un quarto d’ora di coda, ma era tutto molto più semplice. E meno stressante, aggiungo.
Adesso cosa succede?
Vado a recuperare i dati di accesso, inserisco username e password, e subito arriva la prima serie di controlli, che può variare a seconda della banca. Quando ti va bene, devi riconoscere, in una sequenza di quadrati, in quali ci sono dei semafori o delle strisce pedonali. Ma di solito a questo primo test se ne aggiungono altri. Ti viene, per esempio, richiesto di confrontarti con un codice QR Code, che ti arriva sullo smartphone solo se prima balli la samba su un piede solo e, soprattutto, se ti ricordi dove cavolo hai lasciato lo smartphone.




Il resto sfiora la fantascienza

Se sei ancora vivo dopo tutto questo, significa solo che sei entrato nell’area clienti della tua banca.
Adesso arriva la vera prova del fuoco.
Prima cosa, devi compilare il modulo per il bonifico, senza sbagliare nulla.
Basta che tu abbia scordato di spuntare una delle tante clausole richieste, perché ti facciano tornare al punto di partenza. Se ti va bene. A volte il sistema di sicurezza non riconosce neppure più il tuo accesso all’area clienti, ricominci e capita che nella causale del bonifico qualcosa non torni. Allora cerchi di capire quale carattere non viene accettato, e questo punto vai a stapparti una birra.
Ovviamente, più ritenti, più birre bevi, e ogni volta sei meno lucido e anche più disperato.
Alla fine in qualche modo ce la fai, e credi che te lo ricorderai per sempre.
Forse è anche vero, ma la prossima volta avranno cambiato tutto, e forse dentro di te si insinuerà un istinto omicida.

Compro qualcosa online

Teoricamente, la possibilità di effettuare acquisti online dovrebbe essere una semplificazione: compili l’ordine comodamente da casa, paghi con carta di credito o prepagata, e in pochi giorni il tutto ti arriva tramite corriere.
Solo che ogni ditta ha le sue regole, che di poco si scostano dalle trafile di burocrazia informatica delle banche. E, more solito, se sbagli un passaggio, torni al punto di partenza, come al Gioco dell’oca. Se per caso desisti – la mia parola d’ordine in questi casi – ti ritrovi bombardato di pubblicità che ti incitano ad acquistare quello a cui avevi rinunciato, e per lunghi mesi.

Un necessario distinguo

Sebbene alcune cose siano effettivamente complicate per la natura stessa del mezzo informatico, vedi l’accesso alle banche, alla posta, l’aggiornamento dei programmi, la pubblicità, e via dicendo, altre cercano di renderle straordinariamente semplice.
In particolare quelle operazioni che richiedono cessioni del tuo denaro a vantaggio di altri.
PayPal, per esempio, ha inserito il pagamento facilitato one touch: se vuoi comprare una felpa, basta spingere un pulsante (uno solo!) e non occorre dare alcuna conferma. Google ha implementato sistemi di pagamento mensile automatico e gli abbonamenti ai giornali online funzionano allo stesso modo… Ma disdirli, credo sarebbe un altro paio di maniche.

La fase finale di un acquisto online

A parte questo periodo, forse destinato a diventare la normalità, la fase finale degli acquisti online non è affatto scontata: se non sei in casa quando arriva il corriere, può capitare che la merce venga mandata in un deposito dalla parte opposta della città. E quindi devi scoprire dov’è, contattarlo, e poi recarti in loco per recuperare il tuo prezioso acquisto.
Spesso una cavolata che hai comprato solo perché ti dicevi «Tanto mi arriva a casa».

Il potere della burocrazia

La burocrazia, sia nella sua tradizionale veste amministrativa, sia nei nuovi panni di burocrazia informatica, è uno dei più potenti mezzi di controllo mai concepiti.
Nessuno resiste a lungo a queste torture, tranne forse, in letteratura, l’uomo di campagna di Kafka, comunque destinato a una delusione. Inutili i suoi tentativi di far leva sul guardiano della porta della Legge e riuscire a corromperlo.
Soltanto quando l’uomo di campagna è ormai in fin di vita, il guardiano, accettando il suo ultimo dono, gli dice: «Lo prendo solo perché tu non pensi di aver tralasciato qualcosa».
Uno schiaffo in faccia, di violenza inaudita.
La beffa sulla beffa.
E nel cinema è celeberrima la scena di Mario e Saverio in Non ci resta che piangere, con il doganiere che continua a ripetere: «Quanti siete? Dove andate? Un fiorino».
Che si possa sottolineare il lato drammatico (Kafka), oppure ironizzare (Troisi e Benigni), la burocrazia resta un mezzo di controllo che ha pochi uguali.
E la solfa non cambia – come abbiamo visto – quando si parla di burocrazia informatica.

Claudia Maschio

Exit mobile version