Il Burkina Faso vive una condizione di tragica insicurezza che continua a causare sfollamenti e enormi sofferenze per la popolazione, che non riesce neanche ad avere l’assistenza sanitaria essenziale. Nonostante il continuo peggioramento questa situazione è ampiamente ignorata dall’attenzione internazionale, anche a livello economico.
La situazione attuale In Burkina Faso
Le stime parlano di circa 1,9 milioni di persone che dal 2015 sono state costrette a lasciare le proprie abitazioni. Si parla inoltre di più di 500 strutture sanitarie chiuse o operanti a capacità minima.
La popolazione del Burkina Faso vive ogni giorno nella paura. Le enormi difficoltà sono presenti nella vita quotidiana ma anche durante le fughe forzate dai miliziani jihadisti. Molte strade sono insicure e c’è sempre il rischio di essere attaccati durante il tragitto. La violenza è quotidiana e arrivano notizie di omicidi di civili e di militari, scorribande con razzie che restano impunite e tanta miseria.
A questa situazione tremenda si aggiunge la tragedia di chi non riesce più a coltivare la terra. La siccità opprimente che flagella questa terra rende impossibile procurarsi del cibo. Le previsioni parlano di 3.5 milioni di persone che si troveranno costrette a cambiare status: da cittadini a sfollati. Questi ultimi sperano di diventare profughi ben accolti in Europa, ma sappiamo quanto sia complicata la situazione. La piaga dei gruppi jihadisti ha sconfinato sino al Mozambico ma le circostanze più gravi si registrano ancora all’incrocio di tre confini: Niger,Mali e Burkina Faso.
Le attività di Medici Senza Frontiere
Ad esempio il centro sanitario di Kongoussi è un riferimento per un territorio molto vasto che non ha altri centri più vicini. I pazienti arrivano anche da 80 km di distanza come ad esempio da Silgadji, nella regione del Sahel. A Silgadji infatti le strutture mediche sono state chiuse perché le prime persone ad andare via quando è scoppiato il conflitto sono stati gli infermieri.
Il Dott. Michel Madika, coordinatore medico di MSF, afferma:
Stiamo svolgendo anche attività comunitarie per essere il più vicino possibile alle persone, in particolare a quelle che vivono nelle periferie delle città o nelle aree rurali più lontane dai centri urbani
Nonostante gli sforzi, a causa dello sfollamento e della mancanza dei beni essenziali, per le organizzazioni mediche e umanitarie è difficile raggiungere le persone che hanno bisogno di aiuto. Viaggiare è pericoloso anche per gli operatori umanitari e i voli che collegano tra loro città e centri urbani minori di tutto il paese sono spesso sospesi per settimane a causa delle condizioni di insicurezza.
MSF chiede aiuto:
Abbiamo bisogno che altre organizzazioni si facciano avanti e contribuiscano a garantire un’assistenza sanitaria gratuita, non solo per i bambini sotto i cinque anni e le donne incinte, ma per tutte le persone nelle aree più colpite dal conflitto, perché i bisogni sono molto elevati. Ma finora il Burkina Faso ha ricevuto solo il 15% dei finanziamenti previsti per il 2022 nel piano di risposta umanitaria e questo rende la situazione ancora più complicata.
Come si è potuti arrivare a tutto questo?
Questa situazione è nata nel 2012 e più precisamente poco dopo l’uccisione di Gheddafi (avvenuta nell’ottobre del 2011). L’intervento militare internazionale in Libia del 19 marzo 2011 ha causato una grande diffusione di armi sia in Libia che all’interno dei gruppi armati del Sahel. Quell’intervento militare ha fatto nascere tante minacce terroristiche in Algeria e nel Nord del Mali e un grandissimo numero di organizzazioni criminali nel Sahel.
Questa analisi arriva dalle organizzazioni umanitarie e dai numerosi osservatori delle vicende internazionali che si stanno occupando della questione.
La risoluzione 1973 del Consiglio di sicurezza dell’ONU ha delineato uno scenario imprevedibile che oggi riguarda tutta quell’area dell’Africa. La zona d’interdizione al volo instituita in Libia (per difendere i civili dai combattimenti tra le forze fedeli a Gheddafi e quelle ribelli) a distanza di dieci anni ha portato a questo.
Milioni di persone sono costrette a fuggire dalla jihad incarnata dai diversi gruppi terroristici che hanno invaso il loro Paese.