Buoni propositi 2021: si affermano velocemente ora che la fine delle vacanze natalizie è ormai alle porte. Il sapore della normalità sta già prendendo piede nelle abitudini quotidiane degli italiani. Ma la mezzanotte del 31 Dicembre ha portato con sé come ogni anno la lista di buoni propositi da attuare nel 2021. E se l’anno passato ha insegnato a reinventarsi, perché non essere più green salvando l’ambiente? L’emergenza plastica è ancora aperta: ogni anno il nostro Paese produce circa 200.000 tonnellate di plastica, difficilmente smaltite per l’inadeguatezza degli impianti e delle capacità organizzative. A dare respiro a questa situazione potrebbe essere un’iniziativa tanto sepolta nel passato quanto utile e coinvolgente: quella del vuoto a rendere.
Cos’è il vuoto a rendere
Quella che una volta era una pratica abituale e scolpita nella memoria di molti nonni o genitori, ha ora bisogno di una definizione. Per vuoto a rendere s’intende il reso al fornitore del recipiente in vetro o in plastica, che verrà sterilizzato e nuovamente riempito. L’acquirente pagherà il prodotto con una maggiorazione di pochi centesimi, che gli verranno resi alla consegna del recipiente vuoto. Oggi l’inquinante pratica del vuoto a perdere ha sostituito la buona abitudine del vuoto a rendere: il contenitore finisce nel cassonetto dopo il suo utilizzo, e nella migliore delle ipotesi in quello della raccolta differenziata. Sono però noti i limiti della raccolta e il consumismo che interessa anche la produzione di imballaggi e recipienti in plastica.
Il vuoto a rendere in Europa
Sono molti i Paesi dell’Unione Europea a proseguire sulla via del vuoto a rendere, primo tra tutti la Germania. Grazie a questa pratica il Paese è riuscito a ridurre i rifiuti in plastica dell’80% e del 96% i rifiuti in vetro. In Olanda le bottigliette d’acqua si vendono con un sovraccarico di 25 centesimi, che l’acquirente potrà recuperare rendendo al fornitore il recipiente. Il reso al fornitore può essere effettuato presso il supermercato o negozio di generi alimentari di fiducia e il recupero di spiccioli aumenterà secondo la quantità dei contenitori, misurata a peso. Un incentivo utile a coinvolgere la società ma soprattutto ad educare i bambini all’importanza di riciclare per salvaguardare l’ambiente, giocando un ruolo attivo da protagonisti.
Buoni propositi contro stili di vita insostenibili
L’Italia è il primo Paese al mondo per il consumo di acqua minerale: 224 litri a testa, con un consumo annuo di bottiglie pari a 11 miliardi. Di queste l’84% è in plastica, e solo il 10-15 % finisce negli impianti di riciclo. Le bottiglie in vetro vedono un consumo pari al 16%, di cui il 90% è vuoto a perdere riciclato. Ma come avviene il processo di riciclaggio del vetro? Dopo lo stoccaggio in un deposito, le bottiglie sono trasportate verso impianti per la frantumazione e la rifusione a 1.400 gradi.
L’impatto ambientale generato dalla combustione è sensibilmente elevato: le alte temperature sono responsabili della produzione di ossido di azoto (NOx), nonché di polveri. La sostituzione di bottiglie di plastica con bottiglie di vetro riutilizzabili fino a 30 volte sarebbe di gran lunga più economica in termini di impatto ambientale. Basta pensare che per produrre una singola bottiglia in plastica è necessario l’uso di circa mezzo litro di petrolio. In un anno è necessario l’acquisto di 5,9 milioni di barili di petrolio, solo per la produzione di bottiglie in plastica. Il risparmio sarebbe di 950.000 euro di petrolio l’anno.
Buoni propositi: semplici come bere un sorso d’acqua
In Italia Fareraccolta ha promosso un’iniziativa nel 2019 con cui sono nate quattordici postazioni di vuoto a rendere in diverse città. L’ingresso di questa iniziativa nella vita quotidiana sarebbe in grado di ridurre le emissioni. Organizzazione sarebbe la parola d’ordine del 2021, necessaria non solo alla distribuzione delle dosi del vaccino contro la pandemia, ma anche ad una revisione e riorganizzazione di abitudini semplici come bere un sorso d’acqua.
Elena Marullo