Nell’angolo più figo del paradiso musicale, qualcuno sta urlando Buon compleanno Lucio Battisti. L’angelo della musica leggera oggi spegne 75 candeline. E no, non è solo. C’è un altro Lucio con lui a festeggiare, e ce li stiamo immaginando: cantano, ballano e si fanno i dispetti. Battisti e Dalla. E noi quaggiù, che non abbiamo più dita nelle mani per contare quanti sono i karaoke in cui ce li mettiamo dentro, cantando a squarciagola e facendo finta che ci sono ancora e che domani esce un nuovo album.
“Non se ne parla, canto peggio di Mogol”
E pensare che Battisti all’inizio della sua carriera non voleva cantare ma fare solo l’autore. Rispose con queste parole a Renzo Arbore quando lo andò un giorno a trovare, come faceva spesso, per fargli sentire i suoi pezzi alla chitarra. Fu proprio lui come dire… a mandarlo in radio a tradimento e a farlo iniziare a cantare! In una intervista, ai microfoni di Libero lascia queste dichiarazioni.
“A Lucio sono molto legato per motivi personali. Con una sua canzone fece innamorare me e Mariangela. E poi, per una cosa che nessuno sa: lui era ancora uno sconosciuto, si presentò a me nel 1968 spiegando che avrebbe voluto scrivere roba per altri. “Io non ho la voce adatta”, disse. Ci canticchiò un paio di brani e capii subito chi avevo di fronte. Così lo costrinsi con la forza a salire sul palco. E diventò Battisti“. E allora Buon compleanno Lucio Battisti anche dal Renzo nazionale! D’altronde resta inconfondibile il suo timbro di voce privo di vibrato, non intonato. Ma questo conferma quello che ancora oggi alimenta le discussioni sulla musica riguardo la potenza del fattore emozione e della capacità ‘arrivare’ che sfida il freddo tecnicismo. E lui, con tutta la sua imperfezione, l’anima e il cervello ce li metteva e ce li mette tutt’ora cappa o.
La carriera
Buon compleanno Lucio Battisti, e usiamo il presente indicativo perché non ci piace dire che li avrebbe compiuti. E sembra persino pazzesca la proporzione di così tanti successi in non tantissimi anni di vita artistica. La passione per la chitarra arriva prestissimo e comincia a interpretare brani suoi e di altri esibendosi con amici per locali. Poi l’entrata in un complesso musicale avviene nel 1962 come chitarrista del gruppo “I Mattatori“. Arrivano i primi guadagni, ma pochi. E’ la volta di un altro gruppo che si chiamerà “I Satiri”. Nel 1964 il complesso inizia a viaggiare e a suonare in Germania e Olanda: un’ottima occasione per ascoltare la musica di Dylan e degli Animals. Il primo ingaggio di Battisti solista arriva quando lo chiama il Club 84 di Roma.
Lucio dimostra fin da subito di avere le idee chiare e soprattutto ambizione; da quella esperienza ricava la netta sensazione che suonare in gruppo non gli piace e così decide di tentare la fortuna da solista a Milano. Qui, diversamente da molti suoi coetanei che pur di farcela prendono lavori e lavoretti alternativi, non si piega a soluzioni di compromesso e, si barrica letteralmente per giorni e giorni in una pensione di periferia. Nel 1964 arriva la sua prima canzone assieme a Roby Matano e successivamente il primo 45 giri
Per una lira”. E pensare che i produttori decisero di non mettere la sua faccia in copertina perché poco brillante e non adatta. Così si trovò aun compromesso, mostrandolo a figura intera, di spalle, abbracciato a un ragazza.
Nel 1965 il sodalizio artistico con Giulio Rapetti, il più noto “paroliere” del panorama italiano, sotto lo pseudonimo di Mogol. I due trovano una giusta forma di simbiosi che durerà felicemente tantissimi anni, durante i quali assieme scriveranno alcune pietre miliari della musica leggera italiana.
Nel 1968 con “Balla Linda” Lucio Battisti prende parte al Cantagiro; nel 1969, in coppia con Wilson Pickett, calca le scene di Sanremo con il brano “Un’avventura”. L’affermazione decisiva arriva nell’estate successiva, al Festivalbar, con la famosa “Acqua azzurra, acqua chiara“. Ma gli anni d’oro per Battisti restano certamente i 70 e gli 80, durante i quali nascono due canzoni di grande successo, “La canzone del sole” e “Anche per te”, incise per la sua nuova etichetta “Numero Uno”. Da quel momento in poi sforna una serie impressionante di successi, di veri e propri capolavori, tutti al primo posto nelle classifiche. Ma non dobbiamo dimenticare che Battisti è stato anche autore per altri artisti, editore e discografico, distribuendo successi per Mina (con la quale ricordiamo lo storico duetto) Patty Pravo, il complesso Formula Tre e Bruno Lauzi.
Non basterebbe tutto lo spazio del giornale per elencarne i successi e gli aneddoti e le collaborazioni. E allora concludiamo dicendo ciò che alla fine conta: ha venduto più di 25 milioni di dischi. E ancora oggi i siti dove si possono acquistare i suoi capolavori sono tanti.
Buon compleanno Lucio Battisti dalla redazione di Ultima Voce e da me, che mica è facile stavolta scrivere e non provare Emozioni.
Claudia Marciano