14 giugno 1940, data di nascita di Francesco Guccini. E per tutti noi, l’inizio di un modo per raccontare la vita al quale non è facile rinunciare.
Sono 77 anni, oggi. Non è facile raccontare descrivere Guccini e la sua carriera in poche parole. Non è facile soprattutto per chi non ha neanche vissuto quell’Italia un po’ in fermento, un po’ confusa degli anni del cantautorato italiano.
Francesco Guccini non ha solo scritto la storia, tramite le sue canzoni, ne ha proprio fatto parte. Erano gli anni di esigenze comunicative nuove; c’era tanto bisogno di sperimentare e scavarsi dentro e Guccini ci può ancora insegnare come farlo, con una certa dose sincera di ironia e malinconia.
Infatti chi è del ’95 può parlare solo per eredità fortunata, eppure anche questa funziona quando si tratta di grandi maestri. Perché non c’è dubbio che ancora c’è bisogno di Guccini per riuscire a dare voce a qualcosa che difficilmente riuscirebbe ad avere una sua espressione.
Possiamo ancora sognare con le sue canzoni, ne siamo ancora capaci. Chi ha la fortuna, oggi, di ereditare le canzoni di una onorevole carriera conclusasi nel 2012, ha la possibilità di interiorizzare nuove scoperte. Perché è questo ciò che Guccini ci regala: la scoperta.
Potrete trovare ovunque, in qualunque parte del web le spiegazioni per filo e per segno delle sue canzoni. Ma come ogni cosa bella, ogni persona la fa sua ed è questo quello che succede anche con le canzoni del Maestro.
Canzoni come “Vedi Cara” hanno una storia ben precisa, un momento fissato nella memoria e nella storia personale, oltre quella musicale; una lettera d’addio, una storia di amore e rassegnazione, una crisi; ma per i giovani di televisione e social network potrebbe essere un pacato monito, uno spunto di riflessione.
Così come “Quattro Stracci” e tutto il rimprovero che c’è dentro. Facile da dedicare ad altri, affibbiando volti che non ci appartengono; ancora più sorprendente scoprire che molta di quella frivolezza e superficialità forse ce l’abbiamo anche noi. Un Guccini per l’adolescenza e per la vita intera.
Possiamo imparare ancora oggi la storia d’Italia, dei suoi anni di piombo e di polvere da sparo. Possiamo sapere, tramite le sue parole, quello che non ci viene raccontato più. Ed è vivamente consigliato scavare nelle sue parole, perché c’è la nostra identità, oggi, più di ieri.
Quanta letteratura e storia nelle sue parole, più concisa e meno noiosa di quella che potremmo trovare in un qualsiasi libro scolastico. Romanzi come “Odysseus“, “Gulliver” o “Cirano” per diventare eroi e anti-eroi del nostro mondo personale.
Il repertorio gucciniano è davvero troppo vasto. Ci sono moltissimi aspetti, dalla vita quotidiana alla politica; il tempo, le relazioni, il tanto inflazionato “impegno sociale” che oggi non si sa più cosa significhi, ma che servirebbe ancora.
La vita nel suo ampio respiro, tramite una poetica gentile, onesta e familiare che dalla pancia arriva fino in testa.
Fatevi un regalo oggi, per festeggiare un grande maestro: mettete su youtube, o un disco, se ne avete e passate un’oretta della vostra serata e ascoltate Francesco Guccini. Sì c’ha la erre arrotondata, ma passateci sopra.
Noi vi lasciamo con questa, ché è un po’ disillusa, profondamente vissuta, piena di ricordi, però è una malinconia che non sdegna e che tocca anche se siete dei romantici che ancora si emozionano davanti a un’alba magica in collina:
https://www.youtube.com/watch?v=cc8sG37x4mI
Ha così tante storie da raccontare, per chi vuole ascoltare. Altrimenti sapete già come finisce?
Tanti auguri, Francesco.
Gea Di Bella
Buon compleanno Maestro!!!