Buon compleanno Carla Fracci: la tua danza vola sempre sui nostri cuori

All’età di 84 anni, Carla Fracci è la Signora della Danza, l’icona del balletto mondiale. Ripercorriamo insieme la sua vita.

Quando si pensa all’Italia, vengono in mente tante persone. Un’infinità di personaggi, dunque, che hanno reso eterno e unico il nostro Paese. Sopra ogni cosa, c’è però una figura a cui non potrei smettere di pensare, se dovessi riflettere sull’Italia, e la cui presenza ha trasformato tutto il territorio in bellezza. Senz’altro sto parlando della grande Carla Fracci. Danzatrice, certo, ma soprattutto donna sognatrice, farfalla libera e leggera, un’icona della danza mondiale e, sicuramente, il nostro orgoglio italiano.

Oggi è il suo compleanno e per questo vorrei riproporre delicatamente – come hanno sempre fatto i suoi piedi – la sua storia, senza sforzare lo sguardo. Perché si sa: la sua vita è volata su di noi e, da bravi spettatori, l’abbiamo ammirata come si fa con il Sole durante un bel tramonto.

GLI INIZI

Carla Fracci nasce il 20 agosto 1936 a Milano. Figlia di un tranviere, viene ammessa nella Scuola di Ballo del Teatro alla Scala all’età di 10 anni, grazie alla Direttrice Ettorina Mazzucchelli che resta subito colpita dal suo viso dolce e delicato.

Inizialmente, la danza diventa per lei una prigione e si sente “costretta” a intraprendere quel percorso ma, all’età di 12 anni, cambia tutto. Riesce ad ottenere una parte come comparsa nello spettacolo “La Bella Addormentata” e, salita sul palco, comprende che la danza sarebbe stata, da quel momento in poi, la sua vita.

Dopo anni di sacrifici e lavoro, si diploma quindi nel 1954 e inizia così la sua carriera artistica. Nel 1958 viene promossa Prima Ballerina, e numerose diventano le sue apparizioni in produzioni e teatri, anche stranieri. Si ritrova a danzare alla Fenice di Venezia per “Romeo e Giulietta”, poi al Royal Festival Hall di Londra per “Giselle”. E ancora, la Fracci interpreta le protagoniste dei più celebri balletti del repertorio mondiale.




 

L’INCONTRO E IL LEGAME CON RUDOLF NUREYEV

Nel 1963, avviene l’incontro più importante nella vita di Carla Fracci: quello con il grande danzatore Rudolf Nureyev, che è stato per lei prima insegnante e poi partner, definito dalla stessa “carismatico ed esigente”. Su di lui, Carla infatti dice:

«Ballare con Rudolf era una sfida. Carattere difficile. Uomo capriccioso e volubile. Eccentrico e competitivo. Ma di grandissima generosità. Era inammissibile per lui che nel lavoro non ci si impegnasse. Non voleva essere solo porteur della ballerina, ma voleva ballare con lei. E per guadagnarsi la sua stima, bisognava essere più forti e uscirne vittoriosi. Il nostro rapporto era fra due competizioni che stavano per scrivere il futuro della danza. Quella morale e quella stilistica. Questo era Rudolf. Con forte personalità e debolezze. Il suo ricordo adesso mentre parlo, mi fa sentire ancora di più la mancanza di una persona che non è mai uscita dalla mia vita di donna, di madre, di moglie, di ballerina».

Tra i ruoli più importanti da loro interpretati, vi è senz’altro quello di “Giselle”, in cui si incarna tutta la dolcezza, la sensibilità, l’umiltà di un’artista che è diventata ben presto la danzatrice più celebre di tutto il ‘900.

L’AMORE E LA DANZA CHE CONTINUA

Durante il periodo frenetico in cui si ritrova a vivere, Carla Fracci incontra l’uomo della sua Buon compleanno Carla Fracci: la tua danza vola sempre sui nostri cuorivita Giuseppe Menegatti, con cui si sposa nel 1962 e da cui ha il figlio Francesco nel 1968.  Suo marito la segue in ogni viaggio e tournée ed, essendo anche regista, cura molte opere da lei interpretate rendendola così étoile internazionale.

Negli anni ’80, partecipa inoltre come attrice a una produzione televisiva sulla vita di Giuseppe Verdi, in cui interpreta il soprano e seconda moglie del musicista.

Qualche anno dopo, Carla riceve l’incarico di dirigere il Corpo di Ballo del Teatro San Carlo di Napoli e, nel mentre, continua la sua carriera artistica di danzatrice partecipando a svariate produzioni. Viene poi nominata membro dell’Accademia di Belle Arti di Brera nel 1994 e Presidente dell’Associazione “Altritalia Ambiente nel 1995. Nel 2003, riceve invece l’onorificenza italiana di Cavaliere di Gran Croce e la nomina ad Ambasciatrice della FAO.

Nel 1996, diventa poi direttrice del Corpo di Ballo dell’Arena di Verona e, nel 2000, è direttrice del Corpo di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma, in cui resta per 10 anni. E’ ormai un’insegnante perfetta, e si batte continuamente per i valori giovanili e per dare molte più opportunità ai ragazzi che credono nella bellezza della danza. Intanto, continua ad esibirsi per il pubblico, anche dopo il compimento dei 70 anni, in coreografie pensate dal marito appositamente per lei.




 

LA POLITICA

Nel 2009, decide di diventare Assessore alla Cultura della Provincia di Firenze, convincendosi che anche attraverso la politica si possono inculcare determinati principi, soprattutto in un periodo in cui la danza sembra quasi decadere. Nel 2012, ne parla infatti con il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per chiedere di salvare il balletto classico e le fondazioni liriche. L’anno successivo, si rivolge invece a Laura Boldrini, Presidente della Camera, per ridimensionare i gruppi di balletto all’interno dei teatri lirici italiani. “Ormai non se ne contano più di 5 in tutto, per un totale di 230 ballerini professionisti”, dice. E ancora:

“Il ballo classico ha dato prestigio al nostro Paese ed è triste che oggi sia considerato residuale. Un’arte nobile come questa non può essere trattata come una Cenerentola. La situazione italiana è unica, nella sua gravità: all’estero, nelle grandi capitali europee come negli Stati Uniti, ci sono compagnie di ballo stabili sostenute dalle istituzioni pubbliche”.

OGGI

Oggi continua ad esibirsi non solo sul palco – secondo le sue possibilità – , ma soprattutto nella vita vera. Come donna che lotta per dei modelli che sembrano a volte perduti e per una danza che ha rivoluzionato il panorama culturale mondiale.

E’ diventata così ben presto – e lo è ancora oggi – Signora della Danza.

Carla Fracci è dentro ognuno di noi, come anche la sua leggiadria, la sua capacità di volare nel pensiero e la sua sempre presente genuinità.

Il poeta Eugenio Montale le dedicò infatti, nel 1969, la poesia “Danzatrice stanca” (che appartiene alla raccolta “Diario del ’71 e del ’72″) e, in una parte, recita così:

A te bastano i piedi sulla bilancia
per misurare i pochi milligrammi
che i già defunti turni stagionali
non seppero sottrarti. Poi potrai
rimettere le ali non più nubecola
celeste ma terrestre e non è detto
che il cielo se ne accorga. Basta che uno
stupisca che il tuo fiore si rincarna
a meraviglia. Non è di tutti i giorni
in questi nivei défilés di morte.

Buon compleanno Signora ma, più di tutto, Regina della Danza! 

Stefania Meneghella 




 

 

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