Il bullismo, da quando ci sono state gravi conseguenze, è tra gli argomenti più attuali e tra i più discussi dai media.
Quante volte ci capita di leggere o sentire al tg notizie riguardo al bullismo o il cyber bullismo negli ultimi tempi? Di frequente. Addirittura allo sportello della banca troviamo affisso un volantino che pubblicizza una polizza assicurativa dedicata ai minori per la tutela da cyber bullismo.
Ormai, nel pensiero collettivo, il bullo è uno scolaro poco educato che martirizza i compagni di classe con molestie aggressive piuttosto che con epiteti o soprannomi umilianti.
Ma siamo certi che parta proprio tutto dai ragazzi? Quante volte a scuola abbiamo sentito un’insegnante dare dell’asino ad uno scolaro impietrito di fronte al docente che lo interroga e non riesce a rispondere? Quante volte gli insegnanti evitano di far leggere agli alunni in classe perché troppo lenti? Quante volte ancora fare apprezzamenti sull’abbigliamento, del tipo: “Ma sembri un maschiaccio non ce l’hai una gonna a casa?” O di insegnanti di educazione fisica che deridono ragazzini/e in sovrappeso o scoordinati nei movimenti. Professori che, assegnato un compito che richiede la stesura di una lettera anonima d’amore al sesso opposto, alla richiesta dell’alunno se poterlo svolgere riferendosi ad un amico del proprio sesso rispondono in modo veemente che di certi argomenti a scuola non si deve parlare. Tutto questo accade molto più spesso di quanto pensiamo.
Tanti di questi docenti non si documentano sulle ragioni per cui i loro alunni abbiano certe difficoltà oppure non hanno mai approfondito in merito ai disagi dei loro allievi.
Gli scolari, che hanno criticità che spesso sono dovute a difficoltà di apprendimento, frequentano la scuola con grandi ansie. Il pensiero di una interrogazione li terrorizza, ma ancor di più il commento finale dell’insegnante che parte da asino per arrivare a fannullone o svogliato nei migliori dei casi. Se ci riferiamo poi ad alunni che hanno il sostegno le cose peggiorano. Con l’alibi di dover proseguire con il programma, questi ragazzi, nelle maggior parte dei casi, vengono allontanati dalla classe insieme all’insegnante di sostegno e di conseguenza ghettizzati. Con questi atteggiamenti, da parte di coloro ai quali vengono affidati i nostri figli, la classe si sente autorizzata ad avere il medesimo comportamento.
Negli ultimi anni ci sono stati tanti casi di insegnanti che picchiavano bambini, quelli che si sono scoperti; di conseguenza perché un alunno che vede l’insegnante avere questa condotta non si debba sentire autorizzato a fare lo stesso? E quando a picchiarli sono gli insegnanti di sostegno proprio coloro che dovrebbero sostenerli? Quante e quali umiliazioni ancora deve subire dal sistema scolastico un bambino? http://www.7giorni.info/cronaca/mediglia/mediglia-mamma-denuncia-l-insegnante-di-sostegno-per-presunti-maltrattamenti.html
In tutto questo i genitori che ruolo hanno? I genitori sono disperati! Si trovano di fronte ad una situazione ingestibile. Gli insegnanti alle proteste dei genitori tergiversano o accusano l’alunno, i dirigenti scolastici fanno orecchie da mercante non prendendo posizioni rilevanti, ed infine i figli non vogliono più andare a scuola, nei peggiori dei casi, nei casi “migliori” con atto di ribellione il figlio da bullizzato diventa bullo.
Per fortuna non tutti gli insegnanti si comportano a tal modo, ma non bisogna sottovalutare le “battute” di coloro che dovrebbero avere la missione di istruire le nuove leve ad una società più evoluta. Tale missione gli insegnanti l’hanno scelta, i genitori cercano di fidarsi, coalizzandosi potrebbero ottenere il migliore dei risultati, magari anche una buona scuola.
Raffaella Presutto
Non è proprio così. Ma ci siete mai stati dentro un’aula di scuola superiore?
Penso che i genitori dovrebberi fare il loro dovere: educare i propri figli.
Infatti…ho visto molti figli di insegnanti comportarsi come i propri genitori insegnano a scuola. Comunque se rilegge la fine dell’articolo, magari comprende il senso
Sono un’insegnante e non condivido le sue affermazioni. Il bullismo è un fenomeno tra pari e confonderlo con altro è un grosso errore. Il bullismo è la prevaricazione del violento sui deboli, in un gruppo.
È certo che ci sono degli insegnanti autoritari e non idonei alla professione.
Il bullismo va riconosciuto e contrastato senza inventarsi motivazioni che inducono a spostare l’attenzione sulla responsabilità dell’ambiente familiare come prima causa del disagio dei ragazzi violenti.