Mercoledì 7 agosto, il parlamento bulgaro ha approvato un disegno di legge che vieta quella che il governo considera “propaganda” riguardo i temi sulla comunità LGBT+ nelle scuole del paese. Questo provvedimento è stato approvato con una maggioranza schiacciante di 159 voti contro 22 contrari, anche se le proteste di ONG e associazioni per i diritti lgbtq+ non sono mancate. Il disegno di legge per i temi sulla comunità lgbtq+ nelle scuole è quindi un grande divieto nei confronti del dialogo sull’orientamento sessuale.
Per diventare legge, il provvedimento necessita ancora della firma del presidente Rumen Radev. Poche sono le soluzioni a questa nuova forma di repressione: anche se il presidente dovesse porre un veto, il Parlamento ha comunque il potere di prevaricarlo attraverso una nuova votazione che richiede la sola maggioranza semplice – secondo quanto scritto nella costituzione bulgara.
Origini e approvazione del disegno di legge che vieta i temi sulla comunità lgbtq+ nelle scuole
Il disegno di legge che vieta discorrere e affrontare i temi sulla comunità lgbtq+ nelle scuole è stato presentato dal partito filorusso e di estrema destra Rinascita, ma ha trovato ampio sostegno anche tra i partiti filo-occidentali. La legge è stata approvata con 159 voti favorevoli, 22 contrari e 12 astenuti.
Se entrerà in vigore, il testo legislativo vieterà così “la propaganda, la promozione o l’incitamento in qualsiasi modo, direttamente o indirettamente, nel sistema educativo di idee e opinioni relative all’orientamento sessuale non tradizionale e/o all’identità di genere diversa da quella biologica”. Siamo di fronte quindi all’ennesima oppressione nei confronti di quella grande fetta della società che non si rispecchia e rifiuta, sia da un punto di vista di genere che culturale, la società eteronormativa dettata da ruoli di genere e gerarchie.
Simili regolamentazioni sono già presenti in altri paesi europei. Anche se non coincide in maniera specifica con il divieto di affrontare temi sulla comunità lgbtq+ nelle scuole, nel 2021 l’Ungheria ha approvato una legge che vieta di affrontare temi legati all’omosessualità in contesti pubblici frequentati dai minori. In Russia, la cosiddetta “propaganda omosessuale” verso i minori è stata vietata dal 2013, e nel 2023, la corte suprema ha dichiarato il “movimento internazionale LGBT” estremista. Recentemente, la Georgia ha adottato una legge simile, vietando la “propaganda” LGBTQ alla fine di giugno.
Per quanto riguarda il contesto politico e sociale in Bulgaria, l’omosessualità è stata decriminalizzata dal 1968, ma pregiudizi, discriminazioni e marginalizzazioni contro le persone lgbtq+ rimangono significativi. I sentimenti omofobi sono diffusi sia nel discorso politico che nei media bulgari, sopratutto in un momento delicato come questo, in cui i partiti sono in campagna elettorale. Inoltre, il matrimonio tra persone dello stesso sesso non è riconosciuto nel paese, e la Bulgaria non ha ratificato la Convenzione di Istanbul per contrastare la violenza contro le donne.
Reazioni e proteste
La decisione del parlamento bulgaro di vietare i temi sulla comunità lgbtq+ nelle scuola ha immediatamente scatenato proteste da parte di gruppi per i diritti umani. L’organizzazione non governativa LevFem ha affermato che l’emendamento renderà impossibile combattere il bullismo contro gli studenti lesbiche, gay, bisessuali e transgender nelle scuole. Molte altre persone, scese in piazza come singole, hanno accusato il governo di Sofia spargere sempre più odio e discriminazione tra le persone.
Molti altri, sono preoccupati anche per le prossime elezioni, in cui sicuramente sarà portata avanti una dura campagna contro al comunità lgbtq+. Radislav Stoyanov, vicepresidente del Comitato di Helsinki bulgaro per la difesa dei diritti umani, ha invitato caldamente il Parlamento a non approvare questo disegno di legge, sostenendo che si tratterebbe di una grave violazione dei diritti umani e europei, sanciti sia dalla costituzione bulgara che dalle convenzioni internazionali dell’Unione. Le proteste contro questa “caccia alle streghe” all’interno dell’educazione scolastica sono programmate, in particolare, per la settimana a venire.
Odio e discriminazione in un paese instabile
Il divieto di discutere riguardo a temi sulla comunità lgbtq+ nelle scuole potrebbe essere visto e analizzato come una conseguenza inevitabile di questa legislazione, che si è parzialmente allineata con le politiche repressive osservate in altri paesi come la Russia e l’Ungheria. La situazione solleva preoccupazioni significative per il futuro dei diritti lgbtq+ in Bulgaria e per l’educazione dei giovani su temi fondamentali legati all’orientamento sessuale e all’identità di genere.
Intanto, come ogni male fisico in un corpo umano, quest’odio contro la comunità lgbtq+ cresce sempre di più e, non essendo curato, potrebbe portare ad un punto di non ritorno per quanto riguarda il vivere comune e pacifico di un’intera comunità, senza distinzioni di sesso né di identità di genere. La Bulgaria, in questo momento storico, sta affrontando una situazione di grave instabilità politica: a breve ci saranno nuove elezioni parlamentari, per la settima volta, in soli quattro anni.