Su Internet circolano molte teorie su eventi storici o personaggi celebri, molte delle quali propongono una versione alternativa dei fatti contraria alla narrazione cosiddetta ufficiale.
Tra queste teorie sono molto diffuse e varie quelle che ipotizzano la morte di qualche personalità nota ma prontamente insabbiata. La sostituzione del deceduto con un sosia (od un clone in alcune versioni) è il secondo elemento comune che unisce molti di questi racconti, spesso diffusi tramite blog e video su Internet.
L’esempio più famoso di questa serie di teorie è quella relativa alla morte di Paul McCartney, nota come PiD, ossia “Paul is Dead“; secondo cui il bassista dei Beatles sarebbe morto nel 1966 in un incidente stradale e che colui che si fa chiamare Paul McCartney sarebbe un sosia; è una teoria che continua a far discutere molto per gli argomenti portati a suo favore, tra cui l’interpretazione di alcuni testi dei Beatles.
Una teoria simile ha coinvolto anche l’odierno presidente della Nigeria, Muhammadu Buhari, che ricopre la carica dal 2015. L’evento che ha fatto nascere la voce secondo cui il presidente Buhari sarebbe un impostore e che il vero presidente sia morto risale all’anno scorso.
Nel 2017 infatti Buhari si è assentato dai suoi doveri istituzionali per un soggiorno di tre mesi a Londra con lo scopo di seguire delle cure per una non meglio specificata malattia (alcuni hanno ipotizzato potesse essere cancro), mentre il suo vice Yemi Osinbajo guidava il paese in sua vece. In Gran Bretagna Buhari ha mantenuto un contegno riservato e discreto verso l’esterno, fornendo pochissime sue notizie in madrepatria: tale atteggiamento aveva sollevato alcune perplessità.
Tali dubbi sono sfociati inizialmente nella voce, diffusasi poi tramite Facebook e Youtube, della sua morte, smentita in seguito dal suo vice Osinbajo. Ma alcuni non erano del tutto convinti, ed è stata formulata la teoria secondo cui ci sarebbe stato un rimpiazzo del vero Buhari con un sosia, od un clone, come riporta lo stesso presidente.
Domenica scorsa, durante un incontro svoltosi in Polonia, lo stesso presidente Buhari ha sburgiardato tali voci, con tono ironico e scherzoso, additando come “ignoranti e irreligiosi” i sostenitori di questa teoria.
L’uso del Web nel dibattito politico ha interessato anche il panorama nigeriano durante le ultime elezioni presidenziali: Cambridge Analytica avrebbe diffuso un video islamofobo per favorire l’avversario di Buhari, l’ex presidente Goodluck Jonathan, durante le elezioni del 2015, alimentando un clima di odio religioso tra cristiani e musulmani, rappresentati rispettivamente da Jonathan e Buhari.
Un altro aspetto da non tralasciare in merito è la delusione degli elettori nigeriani a fronte degli scarsi risultati ottenuti da Buhari nel contrastare la corruzione e aumentare la sicurezza nel paese, minata dalla presenza di Boko Haram.
Barbara Milano