Bud Spencer e la passione per i motori

La notizia è arrivata come una coltellata mentre si festeggiavano la vittoria dell’Italia e l’eliminazione dell’Inghilterra: è morto Bud Spencer. Io, che come tanti sono cresciuto con i suoi  (e di Terence Hill, ovviamente) film e credevo fermamente nella sua immortalità, ci sono rimasto di sasso, e come me tutti gli amici presenti al momento del nefasto annuncio, e d’improvviso dalla sconfinata allegria calcistico-alcolica si è passati ad una mestizia, tipica della diprartita di un familiare, perchè questo in sostanza era Carlo Pedersoli per tantissimi italiani, soprattutto quelli della mia generazione, che vedevano i loro film spessissimo, specie d’estate, quando erano i tappabuchi di elezione dei palinsesti televisivi, sia del servizio pubblico che di quello privato.

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A bordo di una Ford Escort MK1 in “Altrimenti Ci Arrabbiamo”, del 1974 (Google)

In questi ultimi giorni si è letto e scritto molto su Bud Spencer, sulla sua straordinaria carriera non solo cinematografica, sulla sua passione per gli aerei, nata nel 1972, sul set di “Più forte ragazzi” e culminata con la fondazione di una compagnia aerea, la Mistral Air, oggi di proprietà delle Poste Italiane, ma poco si sa su una sua altra grande passione: quella per le automobili, nata fin da bambino, quando la curiosità lo spingeva a chiedere informazioni sui vari componenti meccanici e non della Lancia cabriolet (probabilmente una Astura) del padre, fedele possessore del marchio, vettura che gli rimase impressa fino alla vecchiaia. In gioventù questa passione si trasformò in lavoro: per diversi anni, infatti, fece il venditore di auto in una commissionaria (come si chiamavano allora) Fiat in via Veneto, la storica strada della Dolce vita. Ma non solo, sempre in gioventù, durante gli anni della permanenza in Sudamerica, soprattutto in Brasile ed Argentina, Bud Spencer ebbe modo di cimentarsi con il mondo delle corse automobilistiche, in qualità di dipendente interno della sede di Caracas, a bordo di un’Alfa Romeo Giulietta.

Una delle quattro Fiat 130 possedute da Bud Spencer, una berlina del 1969 (targhenere.net)

Ha dichiarato di aver posseduto di tutto, dalle Lancia alle Cadillac, dalle Ferrari alle inglesi Rolls Royce e Bentley e negli ultimi anni Mercedes, che riteneva la quintessenza del confort, ma c’è una vettura in particolare che ha amato, guidato in un film per le vie di Napoli (Piedone lo sbirro, 1973): la Fiat 130, ammiraglia italiana prodotta tra il 1969 ed il 1976, di cui ha posseduto due Berline e due Coupè, ancora visibili nelle vie della capitale (recentemente il caso ha voluto che sia riuscito ad immortalare una delle due Coupè, in condizioni da concorso), conervate, si dice, da chi gliele custodì per anni, ai cui poi le vendette. Non ha mai posseduto, invece, la mitica “Dune buggy rossa con la cappottina gialla”del film “Altrimenti ci arrabbiamo“, del 1974, prodotta a Roma dalla Puma, su base Maggiolino e neanche la strepitosa Ford Escort Mk1 Rs 1600, comparsa nello stesso film, dotata di un poderoso  motore bialbero da 110 cv, in grado di dare filo da torcere a sua maestà Alfa Romeo Giulia

Negli ultimi anni aveva smesso di guidare (dichiarò, in un’intervista recente, che oltre una certa età bisogna tenere conto del fatto che ci si può sentire improvvisamente male, divenendo un pericolo per gli altri), ma non aveva smesso di seguire il mondo dei motori, interessandosi soprattutto alle vetture elettriche (ebbe modo di guidare una Tesla) e quelle a guida autonoma, che sperava di poter vedere in produzione. Purtroppo il destino è stato beffardo. Ai posteri restano i suoi film, che hanno la rara dote di risultare sempre piacevolissimi da vedere e divertire anche dopo la ventesima visione. Buon viaggio Carlo, magari a bordo di un aereo.

 

 

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