“Lo scopo del lavoro è quello di guadagnarsi il tempo libero”
Aristotele
L’ultima idea di Brunello Cucinelli, imprenditore umbro conosciuto in tutto il mondo come “il re del cashmere”, è quella di donare ai dipendenti della sua fabbrica di Solomeo dei bonus cultura: 500 euro per i single, 1000 euro per chi ha famiglia. Basterà riportare lo scontrino di cinema, libri, teatro e musei agli uffici amministrativi dell’azienda che saranno subito rimborsati. La generosità di Cucinelli sembra non toccar fondo, a Natale, infatti, dopo lo sbarco in borsa, aveva già deciso di condividere gli utili con i propri dipendenti: un dono da 5 milioni di euro da dividere per i 783 dipendenti; 6385 euro a testa.
Altro che “Under cover boss” o “Un boss in incognito”, la generosità e il voler premiare i propri dipendenti non solo per quanto riguarda il profitto ma esaltando l’intera qualità della vita non sembra più un miraggio televisivo e da fiction. L’impresa Cucinelli, leader nel settore dell’alta moda, è un grande esempio di imprenditorialità filantropica e umanista basata sulla centralità del lavoratore e sulla concezione del profitto come mezzo per migliorarne la vita.
“Rispetto della dignità morale ed economica del lavoratore” è questo il fondamento dell’etica di un nuovo modo di gestire il rapporto tra datore e dipendente. Un esempio forte che, purtroppo, in Italia vanta pochi nomi e che sembra un miraggio, soprattutto a causa della grande crisi economica in cui viviamo.
La recente crisi finanziaria, malgrado ci stia portando a guardare con diffidenza il ruolo dell’economia e dell’impresa finalizzata al mero profitto, sterile da qualsiasi rapporto con l’uomo, la società e l’ambiente, per fortuna conserva un lato della medaglia più positivo e pulito, ovvero il volto del lavoro come arte creativa e bene collettivo.
Il caso Cucinelli ne è un esempio, anch’io vorrei un datore di lavoro così, uno che mi faccia lavorare in un castello antico dai muri affrescati , uno che ne capisca di arte e che realizzi una biblioteca per i propri lavoratori, uno che premi la libertà, il merito, l’audacia e il coraggio di esprimere le proprie idee, uno che non solo non mi fa lavorare più del dovuto ma mi da anche il tempo di riposare, di svagare, di istruirmi, grazie ai suoi regali spesi a leggere, libri, ascoltare musica, andare a teatro…
Non vorrei vivere in un mondo dove ogni cosa si riconduce sterilmente al solo profitto, ma purtroppo ci vivo, e di questo, ahimè, dovrò, prima o poi farmene una ragione…
Impresa Cucinelli: CHE BEL CASO ISOLATO
Io, Marco Aglietti, di Perugia, 53 anni, laurea in Economia e Commercio. Da libero professionista dico che l’esperienza mi ha insegnato che …..”dalle piccolissime cose si vedono le grandi” e “ments sana in corpore sano”. Ciascuno di noi Perugini ha la fortuna di avere sotto casa un’ Azienda di cosi tanto spessore. La Comunità cresce. Grazie, grazie.