Si chiama “Brexit Party“, è il partito fondato da Nigel Farage per le prossime elezioni europee, e oggi è in testa ai sondaggi per le intenzioni di voto britanniche.
Un paradosso che contribuisce a dipingere con toni quasi comici una situazione che è arrivata ai limiti della finzione. Ormai quasi tre anni fa, i cittadini della Gran Bretagna hanno votato a favore dell’uscita dall’Euro. Oggi, dati i continui respingimenti dell’accordo proposto da Theresa May, e il rinvio obbligato di Brexit al 31 ottobre, quegli stessi cittadini probabilmente si troveranno a votare per il parlamento di Strasburgo a fine maggio.
I sondaggi: Brexit in testa, Labour inseguono, Conservatori nel baratro
Qualche giorno fa, Farage ha presentato il suo partito e nel giro di pochissimo tempo si è stanziato in testa alle previsioni elettorali. Secondo l’ultimo sondaggio di YouGov, Brexit Party sarebbe davanti a tutti col 27% delle intenzioni di voto dei britannici, confermando una volontà sovranista alla base dell’elettorato inglese. I Labour di Jeremy Corbyn inseguono, raccogliendo il 22%; mentre i Tories, solo al 15%, pagano inevitabilmente i mesi di indecisione e i continui respingimenti della premier May.
Un dato certamente interessante è però quello che riguarda i partiti minori. Sempre YouGov dichiara che, sommati, i partiti filo-europei raccoglierebbero più voti di Farage. I Verdi sono al 10%, i liberaldemocratici al 9%, Change Uk, il nuovo partito favorevole a un nuovo referendum, al 6%; e i partiti scozzese e gallese al 4%. Messi assieme, questi numeri potrebbero rappresentare un ostacolo per Brexit Party, e contemporaneamente una flebile speranza per tutti coloro che non vorrebbero l’uscita della Gran Bretagna dall’Eurogruppo.
In qualche modo, è come se le elezioni europee stiano diventando una sorta di “referendum bis” sulla Brexit, atto a confermare l’intenzione di uscita da parte dei cittadini britannici. Per ora, il dato è uno e vede Brexit in testa ai sondaggi per le elezioni europee.
There is a long way to go, but it is clear that there is a desire to change politics for good.
Positive vibes! https://t.co/sjlxt8YiLS
— Nigel Farage (@Nigel_Farage) 17 aprile 2019
La “rivoluzione democratica” di Nigel Farage
Farage, già europarlamentare per Ukip, alle ultime elezioni europee del 2014 aveva ottenuto grandi consensi. Aveva battuto sia il partito laburista che il partito conservatore, e oggi punta a sfruttare la rabbia della gente che aveva votato a favore di Brexit nel giugno 2016. May, il cui deal per un’uscita concordata dall’Unione è stato bocciato tre volte, spera in una quarta votazione favorevole prima delle elezioni, per non dover una volta per tutte ammettere la propria sconfitta.
“Non solo i nostri leader sono deboli – afferma Farage -, non solo hanno completamente tradito l’esito del referendum, ma sono anche del tutto incompetenti”.
«Sono convinto che possiamo vincere queste elezioni europee. Sono arrabbiato per quello che è successo. Molti anni fa ho detto che volevo causare un terremoto nella politica britannica. Ora combatto per una rivoluzione democratica e con il vostro sostegno ci riusciremo».
Così il leader sovranista alla presentazione del suo nuovo partito, ridisegnando il proprio profilo da anarchico rivoluzionario a parlamentare democratico. E mentre oltremanica rimbombano i toni di guerra, l’Europa tutta sta a guardare, spettatrice di una nuova, divertente, “ora più buia”.
Pasquale Ancona