Brescia segreta: luoghi, storie e personaggi della città – 1

Piazza della Loggia, a Brescia. Si vedono l'orologio astronomico e i "Macc dè le ure".

Quanto conosciamo realmente una città che ci è familiare? Questa è l’idea alla base del saggio di Viviana Filippini: Brescia segreta. Luoghi, storie e personaggi della città (2015, Historica Edizioni). Dopo un’introduzione autobiografica e un capitolo sulla storia del capoluogo, la Filippini propone sei “Passeggiate”: itinerari percorribili a piedi, attraverso strade e secoli.

bell'italia monumento dieci giornate brescia
La “Bell’Italia” di Brescia.

La “Passeggiata prima” si snoda da Via X Giornate a Piazza della Loggia. Al posto dei portici e dei negozi di Via X Giornate, c’erano un tempo le mura romane e quelle medievali. Esse vennero in distrutte e/o riutilizzate quando Brescia era compresa nella Repubblica di Venezia. L’Arco del Granarolo, che immette in via Bevilaqua e sbocca su Piazza Duomo, fu realizzato da Rodolfo Vantini (che ritroveremo più avanti), incaricatone dal Comune attorno al 1822. Il nome viene dal mercato delle granaglie che si teneva un tempo nei pressi, dove ora c’è l’Hotel Vittoria. Sempre vicino, c’era la zona delle Pescherie, che lasciò spazio a Piazza Vittoria tra 1927 e 1932.

 

Sulle facciate del Granarolo, quattro tondi ricordano personaggi illustri: l’agronomo Agostino Gallo (Cadignano, 1499 – Brescia, 1569 terminus ante quem); il matematico Niccolò Tartaglia (Brescia 1499 circa – Venezia 1557); il pittore Alessandro Bonvicino, detto il Moretto  (Brescia 1498 circa – ivi, 1554); il letterato Giammaria Mazzuchelli (Brescia, 1707 – ivi, 1765).




 

A Brescia, non può poi mancare il Monumento ai caduti delle Dieci Giornate, detto anche “la Bell’Italia”. Opera di Giovanni Battista Lombardi, donata alla città da Vittorio Emanuele II, è una figura femminile che rappresenta (appunto) l’Italia. I bassorilievi del basamento raffigurano episodi delle Dieci Giornate (1849).

 

Piazza della Loggia è poco distante ed è un vero proprio cuore di vita cittadina. Per questo, il 28 maggio 1974, fu il bersaglio della famosa bomba, durante una manifestazione contro il terrorismo neofascista. Dal punto di vista architettonico, prese forma nello stesso periodo in cui furono abbattute le antiche mura, come si diceva sopra. Nel 1436, l’architetto Nicolò Lupi realizzò una prima loggia, modificata nei secoli successivi. Verso la fine degli anni ’40 del Quattrocento, fu innalzata la Torre dell’Orologio. A sud, furono eretti il Monte di Pietà Vecchio e il Monte di Pietà Nuovo. Dopo l’intervento edilizio, Piazza della Loggia si sostituì a Piazza del Duomo come fulcro della vita comunale.

 

La Torre dell’Orologio è forse l’edificio che più d’altri ricorda il legame di Brescia con la Repubblica veneta. Il marchingegno, opera di Paolo Gennari da Rezzato, è infatti simile a quello di Piazza San Marco. È un orologio astronomico tuttora funzionante, anche se fa riferimento al calendario giuliano e al sistema tolemaico. Nel 1581, la sua sommità fu abbellita da due statue in bronzo, note come I Macc dè le ure (= “i Matti delle ore”), battezzati “Tone” e “Batista”. Sono due figure meccaniche che segnano lo scoccare delle ore, percuotendo una campana.

 

Questa passeggiata si conclude con la Torre di Porta Bruciata. Ai tempi della Brescia romana, era la Porta Mediolanensis. Deve il nome attuale all’incendio che raggiunse anche corsetto Sant’Agata, nel 1184. Fu interamente ricostruita nel Duecento. Sotto la Torre, si trova la chiesetta di San Faustino in Riposo, o di Santa Rita. Il primo nome si deve a un aneddoto: qui, avrebbero sostato le reliquie dei santi Faustino e Giovita, mentre venivano traslate in processione dal cimitero della chiesa di San Faustino ad Sanguinem (luogo del loro martirio, oggi chiesa di Sant’Angela Merici) a quella di San Faustino Maggiore.

 

[Continua]

 

Erica Gazzoldi

Exit mobile version