Il STF, Tribunale Supremo Federale brasiliano, ha approvato nella giornata di mercoledì 13 marzo 2024, il riconoscimento del congedo di maternità per le madri lavoratrici non gestanti, nei casi di unioni stabili di coppie omoaffettive
La decisone di estendere il diritto al congedo di maternità anche alle madri non gestanti, è avvenuta in seguito alla denuncia fatta da una donna, impiegata nel settore pubblico, la cui campagna si è sottoposta ad inseminazione artificiale.
Il ricorso presentato al STF
Il tribunale ha analizzato il ricorso presentato dall’amministrazione di una cittadina di San Paolo, più specificatamente la città di Sao Bernardo do Campo. Tale richiesta è stata mossa in seguito ad un provvedimento che ha obbligato l’amministrazione a concedere un congedo di 180 giorni ad una dipendente comunale, la cui compagna è rimasta incinta attraverso l’inseminazione artificiale eterologa, ovvero un procedimento nel quale l’ovulo fecondato proviene dalla madre non incita.
La decisone finale e il riconoscimento del congedo di maternità per entrambe le madri di coppie omoaffettive
Nell’analisi ufficiale, tutti i ministri si sono schierati in favore del riconoscimento del diritto di congedo di maternità, avvallando di conseguenza la richiesta del ricorso presentato.
La maggioranza ha, inoltre, deciso di stabilire un provvedimento che delibera un precedente nel caso in cui il partner abbia già usufruito dell’indennità del congedo di maternità. In tale situazione, la madre lavoratrice non incinta, può usufruire di un congedo di maternità per un periodo equivalente a quello del congedo di paternità cha attualmente è previsto dalla legge in atto.
La tesi che è stata definitiva è quella del giudice Luiz Fux, il quale ha affermato durante la sessione che:
“Capisco che un beneficio analogo, il congedo di maternità per uno, un beneficio analogo al congedo di paternità per l’altro, è perfettamente ammissibile”.
Dalla decisione di riconoscere il diritto al congedo di maternità per le madri non gestanti di coppie omoaffettive, sono nate ripercussioni generali che portano altri casi all’analisi dei tribunali, i quali sono chiamati a fornire un’interpretazione su situazioni analoghe, con lo scopo di intendere se tale decisione possa essere applicata anche in suddetti contesti.
Il disaccordo per la durata del periodo del congedo di maternità
Durante la seduta svolta per discutere tale tematica, tre giudici hanno ribadito il loro disaccordo in merito alla durata del periodo del congedo di maternità per le madri non incinte.
Alexandre de Moraes, Dias Toffili e Cármen Lúcia si sono schierati contro il fatto che entrambe le madri, nel caso di unioni omosessuali, avrebbero il diritto ad un congedo di maternità di 120 giorni.
Moraes, il primo a parlare in merito a tale disaccordo, ha affermato:
“Non credo che sia possibile scegliere una madre solo per avere un congedo di maternità, con l’argomento che l’INSS sarà sovraccarico. Innanzitutto, ci sono solo pochi casi. E in secondo luogo, adottando questa posizione, vogliamo replicare il modello tradizionale di matrimonio, uomo-donna, per un’unione stabile tra persone dello stesso sesso, donna-donna”
La votazione per l’approvazione del congedo di maternità per le madri non incinte in coppie omoaffettive
Il giudice Luiz Fux, relatore del caso, ha dichiarato che, sebbene non sia espresso nella legge, la Corte Suprema deve garantire il rispetto costituzionale della protezione dei minori. Sottolinea quindi, che il diritto al congedo di maternità è un appoggio costituzionale sia per la madre, sia per il bambino e proprio per questo deve essere garantito indipendentemente dalla configurazione familiare; e pertanto, deve essere valido sia per coppie eterosessuali, sia per coppie omosessuali.
“è un dovere dello Stato assicurare una protezione speciale al legame materno indipendentemente dall’origine della filiazione o dalla configurazione familiare che ne è alla base”, afferma Fux.
Continua affermando che, in situazioni come questa, le madri non incinte “pur non vivendo cambiamenti tipici della gravidanza, sopportano tutti gli altri ruoli e compiti che incombono su di loro dopo la formazione del legame familiare”.
Conclude precisando che:
“Il riconoscimento della condizione di madre alle donne non incinte in un’unione omosessuale, per quanto riguarda la concessione del congedo di maternità, ha il potere di rafforzare il diritto all’uguaglianza materiale. E, simbolicamente, esternare il rispetto dello Stato per le varie scelte di vita e le configurazioni familiari che esistono”
Flàvio Dino, durante la sessione di voto, ha sottolineato che anche il diritto al congedo di maternità per due uomini in un’unione stabile e duratura deve essere discusso alla stessa maniera.
Si inserisce anche la visione di André Mendonça che, invece, ha presentato l’ipotesi che lascia alla coppia la decisione di ottenere il beneficio di 120 giorni, ovvero ‘equivalente del periodo di maternità, e di 5 giorni, ovvero quello di paternità.
La decisone ufficiale e la sua applicabilità in Brasile
Secondo quanto deciso, la decisione finale e ufficiale in merito al riconoscimento del congedo di maternità ad entrambe le madri di coppie omoaffettive deve essere riconosciuto in tutto il territorio brasiliano e applicato da ogni singolo tribunale del Paese.
Andrea Montini