Braccia robotiche all’interno di fabbriche per aiutare gli operai nei lavori pesanti. È questo il sistema robotico pensato dall’Iit (Istituto Italiano di Tecnologia).
Robotica e assistenza attiva
La presenza di sistemi robotici all’interno degli ambienti lavorativi non è una novità. Sono molte, infatti, le industrie che utilizzano la robotica come mezzo di protezione e sicurezza. Il colosso Amazon, per esempio, aveva creato il braccialetto elettronico per agevolare il lavoro degli operai ma non l’impegno fisico.
Tuttavia sono pochi i sistemi che permettono all’uomo di diminuire alcuni sforzi lavorativi.
L’istituto Italiano di Tecnologia ha quindi creato delle braccia robotiche. Queste rappresentano un mezzo mediante il quale è possibile alleggerire il lavoratore nello svolgimento di mansioni pesanti.
Arash Ajoudani, direttore del laboratorio di Human-Robot Interfaces and Physical Interaction dell’Iit di Genova ha dichiarato:
Il nostro obiettivo è introdurre nell’industria dei sistemi robotici in grado di aiutare fisicamente i lavoratori a svolgere le proprie mansioni in modo sicuro e confortevole.
Grazie alle braccia robotiche potranno essere diminuiti i rischi di contrarre patologie muscolo-scheletriche. Lo stesso Ajoudani, infatti, spiega che sono molte le malattie che derivano dall’utilizzo prolungato e non ergonomico di mansioni ripetitive. Queste, oltre a provocare un danno al lavoratore, comportano anche un costo all’Unione Europea. È stato stimato infatti che la perdita di produttività e le assenze per malattia costano circa 240 miliardi di euro.
Come sono fatte le braccia robotiche
Le braccia robotiche pensate dall’Istituto Italiano di Tecnologia sono facilmente indossabili. Le stesse, infatti, sono attaccate a un sistema molto simile a uno zaino che viene indossato dal lavoratore mediante un’apposita imbracatura.
Nello zaino sono attaccate due braccia dotate di mani che potranno essere utilizzate dal lavoratore per compiere alcuni lavori pesanti. In questo modo non verranno affaticati arti come le spalle, il polso e i gomiti che potranno essere esenti dallo sforzo e dalle vibrazioni.
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Le braccia robotiche non sono ancora una realtà. I primi test sui dispositivi, infatti, sono iniziati i primi giorni di maggio e prevedono la collaborazione tra diversi laboratori. Tra questi il Hrii (Human Robot Interfaces and Physical Interaction) e SoftBots (Soft Robotics for Human Cooperation and Rehabilitation).
Elena Carletti