#BoycottMulan: Liu Yifei, l’attrice che interpreta Mulan – l’eroina cinese – ha rivelato per la prima volta il suo sostegno alla polizia cinese durante le proteste pro-democrazia ad Hong Kong, nel 2019. Lo racconta il Guardian.
Era l’anno scorso, ma la situazione è ancora tesa a Hong Kong…
Le proteste a Hong Kong, prima del #BoycottMulan
Le proteste sono state originariamente innescate da controverse proposte di estradizione del governo di Hong Kong a giugno 2019, che avrebbero permesso ad alcuni sospetti di essere inviati in Cina per i processi. Gli oppositori temevano che il disegno di legge potesse essere utilizzato per prendere di mira gruppi particolari, inclusi giornalisti e attivisti, i quali sarebbero stati sottoposti addirittura a trattamenti peggiori.
In seguito alle proteste, il governo ha sospeso la legislazione pianificata. I manifestanti però hanno insistito affinché quella legge fosse completamente demolita, insieme a richieste di riforme democratiche.
A distanza di un anno, le tensioni sono ancora alte a Hong Kong. Sopratutto dopo che, a giugno, Pechino ha imposto alla città una controversa legge sulla sicurezza nazionale.
Mulan al centro dello scontro politico fra Hong Kong e la Cina
Il nuovo film della Disney è al centro dello scontro politico fra Hong Kong e la Cina, dopo l’arresto di una leader della protesta e la protagonista del film schierata con la polizia.
Ad agosto, quando la famosa attivista di Hong Kong Agnes Chow è stata arrestata ai sensi della legge sulla sicurezza nazionale, gli utenti dei social media l’hanno descritta come “la vera Mulan” e “la nostra Mulan”.
Al contrario, Liu si è apertamente schierata con la polizia cinese con un post su Weibo, un social media molto diffuso in Cina, in cui affermava:
Sostengo anche la polizia di Hong Kong. Potete picchiarmi adesso. Che vergogna per Hong Kong.
In seguito a queste affermazioni, i critici hanno accusato la cittadina naturalizzata statunitense di sostenere la brutalità della polizia e di negare ai cittadini di Hong Kong i diritti di cui lei stessa gode nel suo paese di adozione. La Disney, invece, non ha rilasciato alcuna dichiarazione ufficiale.
#BoycottMulan
Mulan era stato programmato per raggiungere i cinema a marzo, ma è stato posticipato più volte a causa della pandemia. Con grande clamore, è arrivato direttamente su Disney+ questo fine settimana. Tuttavia, in seguito alle dichiarazioni della protagonista e al silenzio della Disney, studenti e attivisti per i diritti umani chiedono il boicottaggio del remake Disney con la campagna #BoycottMulan.
L’attivista Joshua Wong ha twittato:
Questo film è uscito oggi. Ma poiché la Disney si inchina a Pechino e poiché Liu Yifei sostiene apertamente e con orgoglio la brutalità della polizia a Hong Kong, esorto tutti coloro che credono nei diritti umani a boicottare Mulan: #BoycottMulan.
http://https://www.youtube.com/watch?v=KCeIQjVljBE
Rinnovati appelli al boicottaggio di “Mulan” si sono diffusi anche agli attivisti in Thailandia e Taiwan, spinti in gran parte dalla #MilkTeaAlliance, un movimento online che unisce manifestanti pro-democrazia di Hong Kong, Thailandia e Taiwan.
L’importanza della nostra scelta: #BoycottMulan!
Il pubblico internazionale è una parte fondamentale della strategia teatrale del film. Dato che “gli incassi cinesi possono creare o distruggere un film”, secondo l’analista culturale Xueting Christine Ni, la Disney vuole che questa volta sia un successo proprio lì. Ma se non dovesse funzionare?
C’è un motivo per cui tutti amiamo Mulan. È un’eroina che combatte per il suo Paese e per ciò che ritiene giusto, nonostante i molti ostacoli sulla sua strada. Che sia davvero Agnes Chow la vera Mulan?
Le proteste di Hong Kong hanno incontrato angoli di protesta ad Hollywood.
E voi, guarderete Mulan in questi giorni?
Se avete scritto almeno una volta sulle vostre pagine social “I can’t breathe“, se volete protestare contro la violenza della polizia in ogni angolo di questo mondo, unitevi alla protesta: #BoycottMulan!
Giulia Chiapperini