Ogni anno, al suono dei primi colpi, si solleva la stessa domanda: perché i botti a Capodanno? Per alcuni è una tradizione irrinunciabile, per altri una causa di fastidio. Tra chi li ama per l’effetto visivo e l’emozione che suscitano, e chi li detesta per il rumore e i rischi che comportano, i botti sono sempre protagonisti. Questa usanza, che per molti è legata a ricordi d’infanzia, nasce da un antico desiderio di scacciare gli spiriti maligni e purificare l’anno che sta per concludersi. Ma oggi, con il tempo, il significato simbolico si è affievolito, lasciando posto a una semplice ricerca di divertimento.
Alcuni portano avanti con fervore la battaglia per abolirli definitivamente. Il fastidioso rumore, la paura che incutono ai nostri amici a quattro zampe, gli incidenti di percorso che troppo spesso accadono quando non si utilizza la giusta accortezza nel maneggiarli.
Altri ne restano affascinati, tra giochi di luce, ricordi d’infanzia, panorami mozzafiato corredati da spettacoli pirotecnici che risplendono in cielo. Sono i botti di Capodanno. I fuochi d’artificio che festeggiano l’arrivo dell’anno nuovo. Ma come nasce questa discussa tradizione che da sempre accompagna il momento di festa?
Le origini della tradizione dei botti a Capodanno
L’usanza di celebrare l’arrivo del nuovo anno con il “botto” risale a tempi antichissimi. Oggi lo si fa in quasi tutto il mondo con i fuochi d’artificio, un tempo si usava sparare colpi di pistola. Da altre parti, in passato ma da alcune parti ancora ai giorni nostri, si usa invece rompere le stoviglie.
L’elemento comune è sempre il rumore. Il motivo? Si pensava che il chiasso e i boati forti spaventassero gli spiriti maligni e li bloccassero nel passato impedendogli di seguirci sino all’anno nuovo. Ecco perché il chiasso e la festa è la componente fondamentale del Capodanno. Un modo per scacciare via tutte le negatività. Non solo. L’esplosione simboleggia proprio il liberarsi, il fare uscire tutto ciò che non è stato positivo durante il periodo che ci si sta lasciando alle spalle. Liberazione, purificazione. Ma oggi è ancora così?
Un nuovo significato
I fuochi sono, come dicevamo, un simbolo di buon augurio, di chiusura con il passato che non piace, di speranza per un futuro positivo. Con il tempo, la componente storica e simbolica di questa usanza si è però andata inesorabilmente a spegnere. Oggi l’elemento predominante quando si parla di botti, che si parli di fuochi d’artificio o dei più semplici petardi, è sicuramente quella estetica e di diletto. Nessun simbolo. Solo il divertimento di far scoppiare la festa. Abbastanza per legittimare tutti i contro di cui si è parlato prima?
Una tradizione passata?
La tradizione di fare i botti a Capodanno ha davvero senso di continuare ad esistere? Questo è un interrogativo che risuona ogni anno, soprattutto quando si avvicina l’ultimo giorno dell’anno e ci si ritrova a fare i conti con le ordinanze comunali che variano da città a città, ognuna con le proprie restrizioni sui fuochi d’artificio e sui petardi.
Il dibattito, tuttavia, non si limita solo alle leggi e alle regolamentazioni; coinvolge anche le persone, con una netta divisione tra chi non sopporta i rumori dei botti e chi invece, senza i fuochi, non riuscirebbe a immaginare una vera celebrazione del Capodanno. Ma la riflessione non si ferma alla nostalgia o al divertimento che i botti possono suscitare. Anche se non tutti condividono la stessa visione, un aspetto della tradizione rimane immutato: l’augurio che, da sempre, accompagna questa usanza.
Si tratta di un invito a lasciarsi alle spalle tutte le negatività dell’anno che sta finendo, un desiderio di purificazione e di rinnovamento per l’anno nuovo. Indipendentemente dal giudizio su questa tradizione, resta la speranza di un inizio sereno, libero dalle difficoltà e dalle ombre del passato.
Beatrice Canzedda