Dopo Shangai è la volta delle borse europee, come in un grande domino
Con una reazione a catena dopo il calo del 5,14% della borsa di Shangai vediamo in negativo Parigi (-2%), Francoforte (-1,7%) e Madrid (-1,4%). Londra chiusa per festività. Grande influenza sui listini hanno il comparto auto e la componentistica (-3%) dove ne hanno risentito alcuni marchi famosi come Volkswagen (-3,8%), Peugeot (-3,5%) e Renault (-3%). In calo anche il settore dell’Hi-tech (-2%). Il calo prezzo del petrolio affossa i titoli energetici (-1,5%) .
A Piazza Affari i titoli legati al commercio con la Cina e quindi i settori tecnologici, del lusso e il comparto auto (ma anche i petroliferi) sono in caduta libera: StMicroelectronics (-4,88%),Cnh Industrial (-3,52%), Salvatore Ferragamo(-3,49%),Exor (-3,48%), Saipem (-1,60%), Tenaris (-1,1%), Fca(-2,14%), Ferrari (-1,17%) e Moncler (-2,15%).
I titoli di stato italiani, in questo contesto, vengono inoltre penalizzati dal mercato, con lo spread Btp-Bund che torna sopra quota 260 punti base per la prima volta dallo scorso 30 aprile. La Borsa italiana è risultata la peggiore d’Europa, per aver chiuso a -1,63% (dopo essere arrivata a perdere più del 2%).
Cos’è l’indice EuroStoxx 50 e come ha reagito
A confermare la direzione complessiva delle borse europee in negativo, c’è l ’indice EuroStoxx 50, uno degli ultimi arrivati nel panorama degli indici azionari. Esso include una serie di titoli illustri delle più importanti borse europee, “superindice” di una ipotetica borsa dell’Europa Unita (infatti nasce con l’Unione Europea).
Non bisogna lasciarsi intimorire dalla complessità del nome, poiché il numero 50 indica che le società presenti sono 50 e “Stoxx” è semplicemente la società che ne gestisce l’indice, al sito della quale è sufficiente collegarsi per conoscere la quotazione in tempo reale. Per rendere conto della distribuzione delle 50 società fra le varie nazioni, diciamo che la Francia conta 20 società mentre l’Italia 3, ovvero Eni, Enel ed Intesa Sanpaolo (anche quest’ultima è stata colpita dal calo generale). Include azioni di 8 paesi europei, ossia Belgio, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Paesi Bassi e Spagna.
Esso ha subito un calo dell’1,3%. Con un rapido sguardo al suo storico, dato anche che per ovvi motivi la sua storia non è così lunga, diciamo che la chiusura più bassa dell’Euro Stoxx 50 c’è stata nel 2011 a quota 1995,01 punti, mentre quella più alta nello stesso anno con 3068 punti.
Tutto è nato dalle intimidazioni di Trump…
Come avremmo già potuto dedurre dalle dichiarazioni pubblicate su Twitter dal presidente degli Stati Uniti circa l’importo delle tariffe che si ripromette di far pagare alla Cina, sono stati i listini asiatici a sprofondare per via dell’indietreggiamento degli investitori internazionali.Poi, sono stati seguiti dallo sprofondamento delle borse europee in negativo. L’aumento fino al 25% dei diritti doganali su 200 miliardi di prodotti cinesi è stato annunciato poiché si sono rilevati i lenti progressi del negoziato, in corso da cinque mesi, e i tentativi di Pechino di rivederne le condizioni. Insomma, o si fa alla maniera di Trump, o niente.
Pechino, dal suo canto, ha annunciato che una delegazione “si sta preparando per andare negli Usa” per il nuovo round negoziale sul commercio dell’8 maggio, come da programma.
Il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha affibbiato a questo conflitto (di potere, economico che sia) con la Cina l’appellativo di “scontro di civiltà”, poiché
“mentre quella con l’Unione Sovietica era una «competizione all’interno della famiglia occidentale, perché Marx era portatore di teorie europee, Pechino non è figlia della filosofia e della storia occidentale, quindi per la prima volta nella storia ci troviamo di fronte a un avversario Not Caucasian.”
Francesca Santoro