L’INPS si appronta a dare i numeri. L’istituto di previdenza sociale ha cerchiato di rosso sul calendario il 7 Dicembre 2022, identificandola come data limite per la pubblicazione della graduatoria “meritevoli”. Il tanto discusso prima e ben accolto dopo bonus psicologo per il sostegno della salute mentale sembra essere vicino alla sua effettiva attuazione. Ma a quante domande riuscirà a dare risposta? Al capolinea rintracciato dal Governo e coincidente con la data del 24 ottobre, sono stati più di 340 mila gli italiani che hanno fatto richiesta del voucher. Troppi, a fronte dei 10 milioni – poi integrati da altri 15 – messi a disposizione. Nonostante la perpetua insufficienza in matematica, appare truistico che i fondi saranno capaci di coprire solo il 12% della popolazione che ha avanzato richiesta.
Quando a decidere le priorità è la Legge di Bilancio
Il decreto attutivo del bonus psicologo, che porta la firma dell’allora ministro della salute Roberto Speranza, è uscito in Gazzetta lo scorso giugno. Il processo di consapevolezza della diagnosi mentale del Paese è stato però lungo e tortuoso, tanto da doverci mettere mano a più riprese. L’emendamento che introduce il bonus era stato, di fatto, escluso dalla Legge di Bilancio presentata con l’avvio del nuovo anno, nonostante la pressione palpitante delle fasce interessate. La battaglia politica è durata oltre un bimestre, introdotta nella legge di Bilancio dalla vicepresidente del gruppo Pd, Caterina Biti. Di fatto, però, sostenuta dagli altri principali partiti presenti in parlamento. Il sostegno e la condivisione di ampie fasce politiche e popolari non portò, comunque, a nulla di fatto, motivando l’esclusione del bonus con la mancanza di appositi fondi. Si dovrà aspettare il cosiddetto “decreto milleproroghe” e una petizione sottoscritta da oltre quattrocentomila persone per realizzare che la salute mentale è a tutti gli effetti una priorità.
Ti senti triste? Vai dallo psicologo! Se puoi…
Mala tempora currunt et peiora parantur. L’espressione latina di incerta provenienza sembra delineare alla perfezione lo stato d’animo dei più. Non una profezia che si autoavvera, ma un malessere collettivo e diffuso al quale non sembra contrapporsi soluzione. Ansia generalizzata, depressione, incertezza senza soluzione di continuità, agorafobia e misofobia sembrano essere i disturbi maggiormente registrati. Parallelamente alla chiusura dei termini per presentare domanda di fruizione del bonus, lo scorso ottobre la rivista scientifica Lancet pubblicava dati allarmanti. Dallo studio condotto emerge che ansia e depressione, nello specifico, siano incrementate rispettivamente del 28 e del 26 %. Alla ricerca citata si addiziona l’indagine curata dall’Istituto Pieopoli, specializzato nei sondaggi, la quale evidenzia l’impossibilità del 27,5 % degli intervistati di iniziare un percorso di cura, prevalentemente per ragioni economiche.
Quando, come e perché ricorrere al bonus psicologo
La finestra di presentazione della domanda è stata aperta dal 25 luglio al 24 ottobre 2022. In questo arco temporale, chiunque abbia nutrito la necessità di iniziare – o proseguire – un percorso terapeutico, ha potuto inoltrare richiesta all’INPS. Il contributo permette di sostenere le spese per sessioni di psicoterapia, fruibili presso specialisti privati e iscritti nell’elenco degli psicoterapeuti. Il requisito fondamentale per poter accedere alla misura richiede di possedere, oltre alla cittadinanza, un Isee inferiore ai cinquantamila euro. L’importo totale del bonus non è univoco ma varia in base all’indicatore reddituale dei richiedenti. Le condizioni per accedere al beneficio sono state, ovviamente, radianti per molte persone. A parità di reddito, la domanda caricata cronologicamente prima, ha avuto maggiore probabilità di battere sul tempo “gli avversari”.
I limiti del bonus psicologo
L’INPS ha ritracciato tra i fruitori del voucher coloro i quali soffrono o hanno sviluppato nell’ultimo periodo gravi ripercussioni psicologiche a causa della pandemia e della crisi socio-economico in atto. L’istituto di previdenza, però, pare aver dimenticando quanto possano essere latenti e silenziosi disturbi di questo genere e quanto il “grave” sia relativo quando si tratta di salute mentale. Su questo punto è intervenuto anche il Codacons, definendo il bonus una misura spot e del tutto insufficiente ad appianare i rischi psicologici conseguenti al tribolato periodo storico. L’ente associativo a tutela dei consumatori, oltre a richiamare l’evidente carenza dei fondi destinati, evidenzia l’elevatezza del tetto massimo. Escludendo dall’analisi la probabilità che le tariffe dei professionisti aumentino, sulla scia di quanto avvenuto per altre categorie di beni e servizi interessati dagli incentivi.
I giovani tra i maggiori richiedenti
Il dato che più di altri pone in allarme riguarda la fascia d’età maggiormente richiedente. Dal rapporto stilato dall’UE, nel quale si analizza la risposta dei Paesi europei alle sfide lanciate dalla pandemia, si può comprendere come nel ventaglio degli istanti, più della metà abbia meno di 35 anni. Degli oltre 340 mila italiani che hanno fatto domanda per il bonus, infatti, più di 180 mila rientra nel suddetto range. Per essere ancora più specifici, Il 43,55% dei richiedenti, si trova nella fascia tra i 18 e i 35 anni, mentre il 16,62% sono minori, fino ai 18 anni. I dati, oltre ad elicitare una maggiore sensibilità delle giovani generazioni al benessere psicologico, confermano una diffusa sofferenza psichica. Appare evidente come un sempiterno e parassitario attributo di precarietà non sembra volersi sradicare dalle susseguenti generazioni Y e Z, coinvolgendo ormai la globalità delle loro sfere personali.
Martina Falvo