Bonus mamme 2024: ecco tutte le novità

Bonus mamme

Era stato promesso ed è arrivato. In una circolare, l’Inps chiarisce tutti i dubbi sul bonus mamme 2024. Ecco le novità.

Bonus mamme 2024

Il bonus mamme consiste nell’esonero del 100% della contribuzione previdenziale (invalidità, vecchiaia e superstiti a carico) fino a un massimo di 3.000 euro all’anno. Le aventi diritto sono tutte le lavoratrici dipendenti con almeno tre figli (dei quali almeno uno minorenne), oppure due figli (dei quali il più piccolo minore di 10 anni).

Questo vantaggio può valere al massimo 250 euro lordi al mese (141 euro netti, secondo l’Ufficio parlamentare di bilancio), e vale per tutte le lavoratrici dipendenti con un contratto a tempo indeterminato (anche part-time), con l’esclusione dei rapporti di lavoro domestico. Inoltre, se un contratto a tempo determinato viene convertito in uno a tempo indeterminato il bonus mamme viene applicato a decorrere dal mese di trasformazione del contratto.

Per ottenere il bonus mamme non vi sono limiti di reddito: l’unico limite, come detto, è avere un contratto di lavoro dipendente, perciò, purtroppo, restano escluse tutte le lavoratrici autonome.

“L’Inps sottolinea che la realizzazione del requisito per ottenere il bonus si intende soddisfatta al momento della nascita del terzo figlio (del secondo per il solo 2024). Non c’è decadenza dal diritto a beneficiare della riduzione contributiva in caso di premorienza di uno o più figli o dell’eventuale fuoriuscita di uno dei figli dal nucleo familiare o, ancora, nelle ipotesi di non convivenza di uno dei figli o di affidamento esclusivo al padre. Vale chiaramente anche per i bambini in adozione e affidamento.”

ANSA

Come ottenere il bonus mamme

Per ottenere il bonus mamme è molto semplice: è sufficiente comunicarlo al proprio datore di lavoro oppure direttamente all’Inps indicando il numero dei figli e i loro codici fiscali. Se a seguito dei necessari controlli si rientra nella categoria delle aventi diritto il gioco è fatto.

Il beneficio, specifica l’Inps, spetta dal primo gennaio indipendentemente da quando si fa richiesta, purché, ovviamente, si abbiano i requisiti necessari. Mentre, come ovvio, se il secondo/terzo figlio nasce durante il 2024 si avrà diritto al bonus mamme a partire da quel momento.

Interruzione del bonus mamme

Si sa, i figli crescono. Per questo il beneficio viene interrotto nel momento in cui il secondo figlio compie 10 anni (nel caso di una donna con due figli), oppure quando il figlio minore compie 18 anni (nel caso di tre o più figli).



La situazione ad oggi

Il bonus mamme è stato fortemente voluto dal governo per agevolare la conciliazione tra famiglia e lavoro. Tuttavia, nonostante sia stato approvato nella legge di bilancio e sarebbe dovuto entrare in vigore a partire da gennaio, non c’è stato alcun esonero in busta paga nel primo mese del 2024 per le donne aventi diritto.

Come mai? Per rendere operativo lo sgravio contributivo era necessaria una circolare dell’Inps che, purtroppo, non è arrivata in tempo poiché si stavano ancora valutando alcune questioni relative alla privacy. Ora, invece, la circolare è arrivata e quindi il bonus potrà essere finalmente erogato. La buona notizia è che che quanto dovuto a gennaio non verrà perso ma, al contrario, sarà recuperato nei mesi a venire.

La situazione delle donne lavoratrici in Italia

L’Italia è uno dei paesi europei in cui è più difficile, per una mamma, conciliare lavoro e famiglia. I dati ci dicono che dopo la nascita di un figlio il tasso di occupazione crolla drasticamente. Siamo sotto di 15-18 punti rispetto alla media europea e se poco più del 56% delle donne senza figli lavora, solo il 55% di quelle con uno o due figli e il 40% di quelle con 3 ha un impiego.

Inoltre, è ancora molto (troppo) diffuso l’abbandono del posto di lavoro a causa degli impegni famigliari: nel 2022 ci sono state oltre 44.000 dimissioni per le lavoratrici madri e il 63% di loro dichiara che la causa principale è dovuta alle difficoltà relative alla conciliazione famiglia-lavoro. Ben vengano, dunque, tutte le iniziative volte a limitare questo fenomeno. Sarebbero necessari, ad esempio, un congedo di paternità di una ragionevole durata e un sistema di welfare che riesca ad “ammortizzare” il rischio povertà e favorire la conciliazione vita-lavoro. Inoltre, ovviamente, è essenziale il potenziamento dei servizi socio-educativi per la prima infanzia che, inoltre, devono essere accessibili a tutti.

Il bonus mamme, quindi, è un ottimo primo passo. Nella speranza che venga reso operativo al più presto e che non rimanga una misura isolata.

Arianna Ferioli

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