Bomba atomica: il bimbo che trasporta il fratello morto commuove il mondo

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I segni della bomba atomica sono visibili sul volto del bambino fotografato dopo la tragedia di Nagasaki

Trasporta sulle spalle il suo fratellino, vittima della bomba atomica, oltre che della ferocia dell’uomo

Quando il reporter Joe O’Donnell ha scattato questa foto era il 1945. L’umanità era appena stata uccisa dalle bombe atomiche sganciate su Hiroshima e Nagasaki. D’altro canto, cos’è realmente una bomba atomica se non la morte di quel po’ di senno che l’uomo dovrebbe avere ricevuto in dotazione al momento della nascita? Molti penseranno che tutto questo sia stata dovuta alla follia. Non è follia, è pura incoscienza.

L’incoscienza si è fermata a Hiroshima e ha ucciso a Nagasaki

La foto di Joe è la più straziante documentazione di ciò che è stato. Un bambino a noi sconosciuto, che sembra avere dieci anni, trasporta sulle spalle suo fratello, forse nato da appena uno o due anni. Le fasce stringono il corpo del più piccolo al fratello. Lo stringono forte. Sembra dormire, il piccolo. Quelle fasce però sarebbero troppo strette se il bambino fosse vivo.




Nel 1945, quel bambino senza nome non stava andando a scuola. Non aveva un abecedario in spalla, ma un cadavere dritto alla cremazione. Il dolore per la morte di un fratello e dell’umanità, è lì, sul sorriso negato del bambino che si morde le labbra consapevole di fare la cosa giusta. Nessuna lacrima, solo il rammarico di chi è costretto a crescere in fretta e nel modo più atroce che possa esistere.

Un bambino che ha molti più valori di quanti, tra gli adulti, abbiano deciso di uccidere suo fratello.




L’umanità è stata guidata dall’incoscienza e continua a esserlo ogni giorno. In che occasione? In tutte le volte che il senno si perde e la gente si fa esplodere nel bel mezzo di una piazza in nome di chissà quale travisato Credo. In tutte le volte che spade e machete non vengono tenuti al riparo nei musei d’armi. In tutte le donne che ogni giorno vengono uccise dal proprio uomo e, perché no, anche il contrario. In tutte le volte che bambini vengono strappati dalle braccia dei propri genitori per uno stupido compenso monetario. In tutte le notizie taciute dai giornali in cambio di notorietà. In ogni morte dovuta alla fame e alla sete.




La mancanza di senno porta gli uomini a uccidersi ogni giorno per poi tentare una rinascita nelle parole dell’uno o dell’altro personaggio di spicco. Tutto ciò non è follia, la follia ha dei risvolti positivi alle volte. Un esempio? La tragedia greca. Senza follia nei pensatori dell’epoca, il teatro non avrebbe avuto delle basi tanto consistenti. L’incoscienza non ha risvolti positivi. Mai.

L’incoscienza si è fermata a Hiroshima, ha ucciso a Nagasaki e continua a uccidere ogni giorno.

Maria Giovanna Campagna
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