Sapete qual è il desiderio più grande di un assiduo lettore, di un’assidua lettrice? L’esistenza, da qualche parte del mondo, di una libreria in cui i Libri siano liberi dalle procedure e dalle leggi del mercato. Non solo per personali motivi finanziari ma anche perché il prezzo indicato su un Libro ne altera il contenuto: è proprio questione di numeri, di cifre e di incompatibilità tra queste e le parole! Soprattutto quando le prime quantificano il valore delle seconde, o meglio, quando la loro intenzione è questa.
Un Libro non può essere misurato, pesato, stimato: come si fa ad attribuire un valore numerico alla nostalgia, alla passione, alla tragedia, alla verità, alla storia? Come si fa a dare un prezzo alle notti bianche, ai fogli stracciati, alla penna instancabile, alle lacrime, ai ricordi, ai desideri di chi scrive? I Libri sono oltre tutto ciò che è economia, anche quando essi stessi parlano di economia.
Niente più di una libreria in cui questi non sono in vendita, può essere una favola per lettori e lettrici. E proprio i Libri insegnano che i sogni, a volte, si avverano! Per dimostrarvelo, vi do appuntamento nella meravigliosa Bologna: lungo una delle strade del suo centro storico, troverete una casa per Libri Liberi. Questo è il nome della libreria gestita da Anna Hilbe, in cui i Libri non sono passibili di prezzo e quindi non si acquistano: si sceglie il Libro che si vuol leggere e lo si porta con sé, con la libertà di tenerselo per sempre o di restituirlo una volta terminato. Sembra un sogno!
Un centro di scambio di emozioni e di ricordi in quanto la libreria permette anche di donare dei Libri che sono stati letti e che si desidera far leggere ad altri, ad altre. Un posto nel mondo in cui scrittura e lettura non subiscono la condanna allo scambio merce-denaro. Un luogo nel mondo in cui i Libri portano con sé il profumo e l’impronta delle mani che li hanno stretti e delle dita che ne hanno sfogliato ed accarezzato le pagine. Una libreria in cui i Libri sono liberi da estetismi e da ipocrisie e non devono nascondere, coprire l’alone di lacrime che hanno bagnato le loro ultime parole o quel triste passo. Una meravigliosa realtà per chi, come Lucio Dalla in Piazza Grande, è consapevole che: “Santi che pagano il mio pranzo non ce n’è…”, figuriamoci se ci son quelli che provvedono al pagamento di Libri per chi ne è sempre affamato o affamata!
Grazie ad Anna Hilbe per aver restituito (per quel che le è possibile) ai Libri la propria autenticità e la libertà da meccanismi e dinamiche che ne oscurano il loro profilo migliore: quello di chi li ha scritti.
Deborah Biasco