Fino al 7 Maggio, al Museo Archeologico di Bologna, è possibile vistare la mostra degli scatti di Carlo Bavagnoli.
Raccontano l’Italia che cambia dal dopoguerra in poi scattate da un artista dell’immagine e un poeta dell’emozione in una foto.
Il fotogiornalista che ha conquistato “LIFE” ha donato oltre ventimila opere alla Fondazione Cariparma, organizzatrice della mostra.
Bavagnoli chi?
Carlo Bavagnoli è uno dei pochi fotografi, non statunitensi, ad aver fatto parte in pianta stabile del team di Life Lo storico magazine americano di attualità. Era prettamente impegnato nel fotogiornalismo e l’intero archivio fotografico oggi, dal 2000, è conservato nel Fondo Cariparma. Oltre che per Life ha lavorato anche per l’Espresso ed Epoca.
« Si sceglievano i servizi secondo la loro forza emotiva, in una alternanza di toni leggeri e racconti dolorosi. Come la vita, appunto. Ma soprattutto c’era una cosa: il rigore assoluto. Alta professionalità mischiata a sublime invenzione. Nessuna ideologia, solo la forza dell’immagine. Non come le facili foto che si pubblicavano nello stesso periodo in Italia. Anche quelle del tanto osannato Mondo di Mario Pannunzio. Foto che avevano bisogno di una didascalia per essere capite. Foto costruite in funzione di un messaggio preordinato. Bastava mettere insieme un prete con due carabinieri e il titolo era presto fatto: lo Stato al servizio della Chiesa » Carlo Bavagnoli (Wikipedia)
Le opere lasciare al fondo di Bavagnoli sono circa 29.400 suddivise in scatti, negativi e positivi nonché diapositive e per la mostra sono stati selezionati quelli che raccontano di una Parma degli anni sessanta. Ricordano le frequentazioni che ha avuto con Bertolucci, Attilio Tassi e Pierino Bianchi.
Scatti d’autore che non si sintetizzano in una sola foto
Dicono di lui che era un poeta della fotografia, che il racconto si esauriva solo con una sequenza di foto dove ognuna sublimava l’attimo e preparava al successivo. Non era distaccato, si immergeva nella realtà per poterla raccontare seguendo la scia del neorealismo del dopoguerra italiano.
“Bavagnoli si rivela fondamentalmente il fotografo del racconto umano, quello capace di suscitare emozioni. Racconto al quale egli stesso partecipa vivendo pienamente ogni singola esperienza, lasciandosi trasportare in un pieno coinvolgimento e restituendo immagini che, nella complessa articolazione della sequenza, si caratterizzano per una esplicita tensione narrativa in grado di restituire tutta la verità e la spontaneità dei fatti”, ha scritto Rita Ladogana su di lui. (Repubblica)
Scatti in mostra…
“Parma e il Mondo nelle fotografie di Carlo Bavagnoli” propone una selezione ragionata dell’immenso patrimonio del Fondo Cariparma. In parte già è in mostra permanente presso il Ma.co.f (Centro della fotografia italiana di Brescia) ma, il restante materiale è ancora molto. Sono immagini scelte per raccontare la carriera del fotografo, quelle che simbolicamente non hanno bisogno di essere capite. Sono le più dirette proprio per il tipo di scatto e per la carica emotiva che suscitano.