Bolivia: tensioni politiche e scontri armati tra i sostenitori di Morales e il governo Arce

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In Bolivia, sostenitori di Morales occupano una base militare per opporsi al governo Arce, aggravando la crisi politica e istituzionale. Le richieste dei manifestanti chiedono le dimissioni dell’attuale presidente.


La presa della base militare e l’attacco a Evo Morales

In Bolivia si è registrata un’escalation di tensioni politiche e scontri armati, culminata venerdì scorso con l’occupazione di una base militare da parte di un gruppo di sostenitori dell’ex presidente Evo Morales. Secondo un comunicato dell’esercito, il gruppo, definito come un “gruppo armato irregolare”, ha preso in ostaggio soldati e civili presenti nella base situata vicino alla cittadina di Villa Tunari, nella Bolivia centrale, e si è impossessato di armi e munizioni. In un video diffuso online, si vedono i prigionieri con le mani legate dietro la schiena, sorvegliati da uomini e donne armati di bastoni.

Evo Morales ha attribuito la responsabilità dell’attacco all’attuale presidente boliviano, Luis Arce, suo ex alleato nel Movimiento al Socialismo (MAS), il partito di sinistra di cui entrambi facevano parte fino a poco tempo fa. Morales ha anche riferito di essere rimasto vittima di un attentato: quattordici colpi sono stati sparati contro la sua auto. L’ex presidente è rimasto illeso, ma l’autista ha riportato ferite alla testa e al braccio.

Le motivazioni del blocco stradale e le richieste dei sostenitori di Morales

L’occupazione della base militare sembra avere l’obiettivo di fermare lo sgombero di un blocco stradale organizzato dai sostenitori di Morales, che da circa tre settimane presidiano un’importante autostrada a Parotani, a un centinaio di chilometri da Villa Tunari. Questa azione ha generato forti disagi nei trasporti e gravi danni economici, con lunghe code e difficoltà nel traffico merci. I manifestanti, oltre a chiedere le dimissioni di Arce, si oppongono al processo per accuse di abusi su minori contro Morales e chiedono che possa candidarsi alle elezioni presidenziali del 2025.

Un ritorno controverso: la storia recente di Morales e il conflitto con Arce

Evo Morales, leader storico della sinistra boliviana, ha guidato il paese dal 2006 al 2019, anno in cui fu costretto a lasciare il potere e a rifugiarsi all’estero a seguito di accuse di brogli elettorali. Tornato in Bolivia nel novembre 2020, Morales ha manifestato l’intenzione di ricandidarsi alle presidenziali del 2025. Tuttavia, il governo attuale sostiene che Morales abbia già raggiunto il limite di due mandati imposto dalla Corte costituzionale nel 2023, mentre l’ex presidente afferma che tale limite riguardi solo mandati consecutivi, e non impedisca quindi una sua nuova candidatura.

Lo scontro tra Morales e Arce, quindi, appare radicato in divergenze profonde riguardo alle interpretazioni costituzionali, oltre che a questioni di potere all’interno dello stesso movimento politico di sinistra.

L’attentato a Morales e l’accusa di complicità militare

Domenica, Morales è stato nuovamente vittima di un attacco armato mentre si trovava a Villa Tunari. Durante il tragitto verso la stazione radio di Cochabamba, quattro uomini incappucciati hanno intercettato la sua auto e hanno sparato contro il veicolo mentre passava di fronte a una caserma militare. Morales ha condiviso sui social media un video dell’accaduto, che mostra il parabrezza dell’auto danneggiato da proiettili e si sentono colpi di arma da fuoco in sottofondo.

Questa sequenza di eventi alimenta la tensione e la preoccupazione nel paese, con un rischio crescente di una crisi politica e istituzionale tra i sostenitori di Morales, che chiedono un ritorno al potere dell’ex presidente, e l’attuale governo di Arce, che finora non ha commentato direttamente le accuse di Morales, ma ha annunciato l’apertura di un’indagine.

Prospettive e rischi futuri

La situazione in Bolivia sembra destinata a rimanere tesa, con un forte rischio di escalation nel conflitto tra le diverse fazioni del Movimiento al Socialismo. Le implicazioni di questi eventi potrebbero estendersi anche oltre i confini boliviani, sollevando interrogativi sul futuro della leadership del partito e sulla stabilità del paese. La popolazione boliviana assiste intanto con apprensione all’evolversi di una crisi che potrebbe mettere in discussione non solo il ruolo di Morales e di Arce, ma anche la tenuta delle istituzioni democratiche in Bolivia.

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