Nell’Aula della Camera, nella seduta odierna, si sono verificati richiami, offese e provvedimenti. Il primo a farne le spese è stato il deputato del M5s Alessandro Di Battista, il quale è stato cacciato dall’Aula, dopo aver deciso di parlare di vitalizi.
I toni si sono alterati quando la Boldrini ha dichiarato inammissibile l’intenzione di Di Battista di presentare modifiche al Bilancio. Allora, Di Battista ha incalzato la Boldrini, la quale ha risposto che sarebbe toccato al Senato l’onere di occuparsi dei vitalizi.
M5s: replica Di Battista
Cosa ne sa che verrà approvata al Senato? E che non sarà modificata, non sarà annacquata? Lei si può prendere questa responsabilità?
Così ha replicato Di Battista, scatenando l’ira della Boldrini.
La presidente della Camera ha continuato sostenendo l’idea che ci debba essere comunque un iter legislativo e così sia. Inoltre, gli ha rimproverato il fatto che il suo intervento non è un richiamo al regolamento, ma al merito. Per finire, la Boldrini l’ha richiamato all’ordine, dicendogli che non era il suo turno d’intervento, per poi cacciarlo dall’aula.
“Toni inaccettabili” è quello che ha detto la Boldrini per giustificare la cacciata di Di Battista
Bonafede
Alfonso Bonafede, altro deputato grillino, ha affiancato Di Battista nello scontro verbale in Aula.
Lei non è una maestra né la mamma dei deputati.
Bonafede ha poi rincarato la dose, dicendo alla Boldrini, in quali dinamiche ella fosse la Presidente della Camera.
La Boldrini si è molto risentita da queste ultime parole, sostenendone l’inammissibilità, visto che è stata votata per ricoprire quel ruolo.
Il leghista Davide Caparini ha pensato bene di concludere il dibattito in modo originale.
Presidente, penso che Di Battista abbia il suo poster in camera perché a ogni suo intervento lei gli regala qualche milione di ‘like’.
Intanto, il rinvio sul taglio dei vitalizi è stabilito per settembre, a dopo le vacanze. Il provvedimento è passato, dopo molti conflitti tra Dem e M5s, a Montecitorio, mentre al Senato è guerra. I grillini hanno chiesto che la legge sul vitalizio avesse una corsia privilegiata. Invece che due mesi, la Commissione, per approvare la proposta di legge, sarebbe dovuta durare un mese.
I democratici non hanno acconsentito.
Tamara Ciocchetti