L’Occidente si svende al Qatar, una dittatura teocratica che calpesta i diritti umani. C’è una sola risposta possibile: il boicottaggio.
Boicottare i mondiali della vergogna
Che lo sport giri intorno ai soldi è cosa nota. E nelle ultime settimane abbiamo imparato (se ce ne fosse bisogno) che i soldi comprano tutto, valori inclusi. Oggi, nei campi da calcio del Qatar, si svolge l’ultimo atto di una tragicommedia durata dodici anni. Dodici anni in cui l’Occidente, ingolositi dai soldi, hanno ignorato le violazioni dei diritti umani messe in atto dal regime qatariota. Boicottare i mondiali della vergogna, forse, sveglierebbe molti da un lungo torpore.
Una teocrazia islamista, tra le più brutali e repressive, potrà sfilare sul palcoscenico offerto dalla più importante kermesse sportiva del pianeta. Per darsi un volto più umano, più pop. Lo stesso volto che negli ultimi anni ha cercato di esibire all’estero, tramite l’emittente Al Jazeera, finanziata dal regime qatariota. O, più precisamente, tramite Al Jazeera International.
Perché mentre in questi anni Al Jazeera Arabic ha continuato ad ospitare fanatici islamisti che inveivano (in modi identici agli aguzzini dell’ISIS) contro la laicità, i diritti delle donne e gli omosessuali, la vetrina internazionale di Al Jazeera si è prodigata nel difendere le cause arcobaleno. Lo scorso giugno ha scelto ad esempio di celebrare il pride month con una serie di Tweet e articoli a tema. Un gesto ammirevole, se non fosse che Al Jazeera è finanziata da un regime che vieta i gay pride, e spedisce gli omosessuali in carcere o al patibolo. Forse, prima di dare lezioni al resto del mondo, sarebbe meglio guardare in casa propria.
Ci è stato detto che lo sport serve a “costruire ponti”. Ma di ponti, al momento, non se ne vede neanche uno. Nel frattempo, però, sono stati costruiti nuovi e sfavillanti stadi. Peccato che nel processo siano morti migliaia di lavoratori stagionali. Speriamo, comunque, che lor signori non siano turbati da questo piccolo disguido e che si godano lo show.
Si è detto che questo mondiale ha luci ed ombre. Verrebbe però da chiedersi quali sono le luci, perché di certo il Qatar non si è smosso di un millimetro dalle sue storiche posizioni illiberali. Né sembra che abbia intenzione di farlo.
Le autorità locali sono però furbe: si limitano ad elencare regole e divieti, ma si guardano bene dal citare le sanzioni previste. Questo gioco di omissioni ha fatto credere a molti che il Qatar si sia in qualche modo “addolcito”.
Si legge ad esempio solamente che sarà proibito bere alcol in prossimità degli stadi. Il fatto che la punizione consista in svariate decine di frustate è ovviamente un dettaglio ininfluente, che le autorità non si prendono la briga di sottolineare. E ai gay basta far sapere che è meglio se evitano effusioni in pubblico. Perché mai menzionare il fatto che chi si macchia del terribile reato di “effusioni” viene rinchiuso in carcere?
Tutte le frasette dolci che si sono dette negli ultimi anni sono menzogne. Non c’è nessun interesse a “dialogare“. Non c’è alcuna volontà di “compromesso” . E “costruire ponti” non è mai stata un opzione. Quello che viene fatto passare per “addolcimento” altro non è che una presa in giro messa in scena in mondovisione. E l’unica risposta a questa grottesca farsa è il boicottaggio.
Simone Morganti