Il virus informatico WannaCry torna a colpire a distanza di un anno. L’ultima vittima è la Boeing Company, principale produttrice statunitense nel campo aerospaziale. Gli hacker, così come ha confermato la stessa azienda, sono riusciti ad infettare alcuni dei suoi computer.
L’anno scorso, sempre di questi tempi, approfittando di una falla nel sistema operativo Window, il ransomware WannaCry colpì i terminali di banche, istituzioni governative e ospedali in 150 Paesi sparsi per il mondo. E la Microsoft fu costretta a realizzare un apposito aggiornamento del software in modo da interrompere il dilagare dell’infezione informatica.
Boeing Company: danni ridotti al minimo
Nel caso della Boeing Company, l’infezione sarebbe partita a North Charleston, nella Carolina del Sud. Il quotidiano Seattle Times ha pubblicato la nota di Mike VanderWel, impiegato presso la compagnia statunitense come ingegnere capo nel dipartimento per la produzione di aerei commerciali, nella quale ha chiesto la mobilitazione di tutti gli esperti in capo alla società, così da collaborare per ridurre al minimo i problemi creati dal virus.
Lo stesso VanderWel ha spiegato che al momento i problemi riguarderebbero i bracci robotici da assemblaggio. E che potrebbero estendersi anche ai test degli aerei, alle fasi di produzione e allo stesso software in uso sui velivoli. Come accade in questi casi, la notizia ha allarmato non solo l’azienda ma anche i suoi clienti. Ma la Boeing si è subito attivata spiegando che l’attacco informatico è stato respinto riducendo al minimo i danni.
Anche la portavoce della compagnia, Linda Mills, è intervenuta sull’accaduto con parole che hanno ridimensionato l’allarme iniziale. Ha infatti spiegato che il reparto dell’azienda statunitense preposto alle operazioni di cybersecurity ha riscontrato un numero limitato di intrusioni del virus, provvedendo ad applicare con rapidità i rimedi necessari per salvaguardare sia la produzione che le consegne.
Michele Lamonaca