La Corte d’Appello argentina ha bocciato la riforma liberista di Milei

Un analisi di quello che è successo

Riforma liberista di Milei

L’ambiziosa riforma liberista di Milei è stata dichiarata incostituzionale. Ora il neoeletto presidente argentino si trova a scendere a compromessi con il Senato, la camera alta dell’Argentina.

Il mercoledì di tensione a Buenos Aires

La riforma liberista del presidente argentino Javier Milei ha subito mercoledì un duro colpo. Nel frattempo i sindacati hanno indetto uno sciopero generale con il grido di “la patria non si vende” e “lavoriamo per mangiare, ma non vogliamo solo mangiare”. Il presidente ha risposto definendo i sindacati “mafiosi”, i politici di opposizione “corrotti” e i giudici “complici”. Prima dello sciopero, la giustizia argentina ha sospeso sei articoli del decreto presidenziale di Milei, principalmente legati a un cambiamento delle condizioni di lavoro. La giudice Liliana Rodríguez Fernández ha contestato l’urgenza del decreto governativo, evidenziano la mancanza di necessità di aggirare il dibattito parlamentare.

La tenacia del governo argentino

Nonostante la sospensione giudiziaria, il governo vorrebbe far passare l’ambiziosa riforma liberista di Milei. Il presidente argentino si mostra determinato a far passare il suo decreto. Questo mastodontico documento da 664 articoli va oltre la modifica delle condizioni di lavoro, influenzando settori che spaziano dall’economia alle istituzioni e al sistema elettorale. Per garantire il sostegno del suo partito e dei suoi alleati liberali, Milei ha adottato una strategia più prudente, accettando il confronto parlamentare. Il termine per convertire il decreto in legge è stato spostato dal 31 gennaio al 15 febbraio, e ieri il presidente ha presentato un testo alleggerito, con 141 articoli in meno.

Il nuovo testo ha avuto l’approvazione della Camera dei Deputati

Il nuovo documento, che in diversi punti ha attenuato la riforma liberista di Milei, ha ottenuto ieri l’approvazione della camera bassa dell’Argentina e sarà sottoposto al voto del Senato nelle prossime settimane. Per conquistare la maggioranza necessaria, Milei è dovuto scendere a compromessi con il suo stesso partito, La Libertad Avanza, il quale conta solamente 37 deputati su 257 alla Camera e 7 senatori su 72 al Senato. I suoi principali alleati politici sono i partiti Proposta Repubblicana, guidata dall’ex presidente Mauricio Macri e dalla sua ex ministra della Sicurezza, Patricia Bullrich, e Insieme per il Cambiamento, un partito centrista con tendenze conservatrici.

Le tasse sulle esportazioni: un punto di discordia

L’originale riforma liberista di Milei ha causato malumori tra i governatori regionali, in particolare riguardo a una tassa del 15% sulle esportazioni. In risposta alle critiche, Milei ha deciso di limitare la tassazione a soia, carne bovina, grano, mais e alcuni prodotti industriali. Il nuovo testo riduce inoltre i poteri straordinari del governo, che per un anno non potrà dichiarare uno “stato di emergenza”.



La riforma liberista di Milei per quanto riguarda il lavoro, le pensioni e le privatizzazioni

La riforma, soprattutto nella sua parte concernente lavoro, pensioni e privatizzazioni, ha incontrato l’opposizione dei giudici e dei sindacati peronisti. Milei mira a liberalizzare e privatizzare ampi settori, tra cui 41 aziende statali, comprese alcune strategiche nel settore dell’energia. Tuttavia, la Corte ha respinto specifici articoli, compresi quelli che limitavano l’Accordo Collettivo di Lavoro, vietavano le assemblee sindacali ostacolanti e imponevano sanzioni per impedire l’attività lavorativa.

La riforma liberista di Milei per quanto riguarda l’ambiente

Il presidente argentino ha anche affrontato critiche riguardo all’ambiente e alla cultura, cancellando i ministeri corrispondenti. Tuttavia, ha dovuto fare marcia indietro su alcuni punti, mantenendo la tutela di boschi e ghiacciai, su pressione di figure internazionali della cultura. La sfida di Milei è ora quella di normalizzare la situazione economica, affrontando una crisi finanziaria in crescita, con una drammatica inflazione e il 40% della popolazione al di sotto della soglia di povertà.

La riforma liberista di Milei potrebbe essere soggetta a ulteriori modifiche significative

La riforma liberista proposta da Milei potrebbe ancora subire modifiche sostanziali. Tuttavia, il presidente Milei, impegnandosi con il parlamento e presentando un nuovo testo alleggerito. ha dimostrato di essere capace di scendere a compromessi. La sua determinazione nel far passare la riforma è evidente, ma il compromesso necessario per ottenere il sostegno politico ha comportato notevoli modifiche al progetto iniziale.

La strada verso l’approvazione finale attraverso il Senato presenta ulteriori sfide, ma la capacità di Milei di negoziare compromessi potrebbe definire il destino di questa controversa riforma e plasmare il futuro socio-economico dell’Argentina. In un contesto di tensione e opposizione, rimane da vedere in che misura il presidente riuscirà a realizzare la sua visione liberista e a gestire le complesse dinamiche politiche ed economiche del paese.

Nicola Scaramuzzi

 

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