Nella giornata di ieri il deputato del Partito Democratico Francesco Bonifazi pubblica sul suo profilo Facebook la memoria difensiva di Beppe Grillo in risposta ad una denuncia[1] a suo carico:
Ora vi racconto una storia simpatica, simpatica. Un noto comico, che ha costruito la propria fama sopratutto con il suo Blog, i suoi profili Facebook e Twitter, un bel giorno decide di dire a 400.000 iscritti e diversi milioni di elettori del PD: “Tutti collusi. Tutti complici. Con le mani sporche di petrolio e denaro”. Trattandosi di un comico ho cercato di leggere tra le pieghe del messaggio la battuta ma – ahimè – ho trovato solo offese. Quindi ho cercato di tutelare la nostra immagine, non tanto per me quanto per la comunità che rappresento, attraverso un’azione legale. Dicono che loro sono per la legalità? Bene, lo dimostrino: si lascino processare. Poi il comico ha anche una certa esperienza di tribunali… E qui un nuovo equivoco: leggendo la memoria difensiva con cui il comico rispondeva alla denuncia, ho creduto di essere di fronte al copione del suo nuovo spettacolo ma il mio avvocato ha confermato: “è la sua memoria difensiva”. E lo volete sapere cosa dice il comico? Che il comico “non è responsabile, né gestore, né moderatore, né direttore, né provider, né titolare del dominio, del Blog, né degli account Twitter, né dei Tweet e non ha alcun potere di direzione né di controllo sul Blog, né sugli account Twitter, né sui tweet e tanto meno su ciò che ivi viene postato.” Cioè scrive insulti e poi finge di non sapere chi è stato? Una sola parola: vergognati, caro Beppe Grillo. La tua difesa è ridicola, se vuoi parlare a milioni di persone abbine rispetto e assumiti la responsabilità delle cose che dici e scrivi di fronte a loro e di fronte alla legge. Noi andremo fino in fondo.
Risulta alquanto strana una memoria difensiva del genere, dove si sostiene che Beppe Grillo non sia il responsabile e titolare del “suo” blog. È assai noto da anni che il dominio Beppegrillo.it non sia di sua proprietà, ma di Emanuele Bottaro come riportato dalla lettura del Whois[2], ma per il resto? Nell’atto costitutivo del Movimento 5 Stelle leggiamo a pagina 2:
Giuseppe Grillo – in qualità di titolare effettivo del blog raggiungibile dall’indirizzo www.beppegrillo.it, nonché di titolare esclusivo del contrassegno di cui sopra, mette a disposizione della costituita Associazione, esclusivamente per il perseguimento delle finalità dell’Associazione medesima, la pagina del blog www.beppegrillo.it/movimento5stelle, nonché il contrassegno, sopra descritto (allegato “A”).
Nell’informativa sulla Privacy del Blog leggiamo:
Titolare del trattamento ai sensi della normativa vigente è Beppe Grillo, mentre il responsabile del trattamento dei dati è Casaleggio Associati s.r.l. , con sede in Milano, Via G.Morone n. 6, 20121. I dati acquisiti verranno condivisi con il “Blog delle Stelle” e, dunque, comunicati alla Associazione Rousseau, con sede in Milano, Via G. Morone n. 6 che ne è titolare e ne cura i contenuti la quale, in persona del suo Presidente pro-tempore, assume la veste di titolare del trattamento per quanto concerne l’impiego dei dati stessi nell’ambito delle attività del predetto Blog delle Stelle; modalità e finalità del trattamento nonchè ambito di diffusione e comunicazione dei dati da parte della Associazione Rousseau sono i medesimi sopra e di seguito descritti.
Nella pagina “Come usare il blog” leggiamo un capitoletto intitolato “Usa il mio blog“:
Sul mio blog puoi scrivere commenti sui post che scrivo quotidianamente. Ti chiedo solo di rispettare le regole di pubblicazione.
C’è un altro elemento interessante, ossia la dicitura “il primo magazine solo online” nella testata dello stesso Blog:
La successiva difesa di Grillo in merito a tutta la polemica è la seguente:
Il Blog beppegrillo.it è una comunità online di lettori, scrittori e attivisti a cui io ho dato vita e che ospita sia i miei interventi sia quelli di altre persone che gratuitamente offrono contributi per il Blog.
Il pezzo oggetto della querela del Pd era un post non firmato, perciò non direttamente riconducibile al sottoscritto. I post di cui io sono direttamente responsabile sono quelli, come questo, che riportano la mia firma in calce.
Non risponde in merito alla titolarità e alla responsabilità dei contenuti. Quindi cambia tutto se non c’è la sua firma nel post pubblicato nel “suo” Blog? Quindi dovremmo pensare che il post “Beppe Grillo condannato a un anno di prigione” non era suo personale perché non è firmato? Leggiamo:
Oggi è stata emessa la sentenza dal tribunale di Ascoli Piceno contro di me per diffamazione, per aver detto in un comizio che il professor Franco Battaglia, docente di Chimica ambientale del Dipartimento di Ingegneria “Enzo Ferrari” dell’Università di Modena e Reggio affermava delle coglionate in merito al nucleare.
Neppure i “Comunicati politici” erano firmati (anche nel 2008), eppure riconducibili a lui. Forse si fa confusione con “Il Blog delle Stelle” dove c’è la firma dell’autore del post con tanto di caricatura.
Quando lavoravo presso la Casaleggio Associati, passando per il corridoio della sede di via Morone tra la vecchia entrata principale e la saletta da pranzo aziendale, mi capitava di sentire qualche volta le telefonate tra Gianroberto a Beppe mentre discutevano del post del giorno ancora da pubblicare. Mi sembra un atteggiamento corretto, anche perché se vi fosse un blog con il mio nome a dominio e la mia foto in grande nella testata gradirei conoscere i contenuti prima che vengano pubblicati sempre a mio nome. Secondo quanto riportato nei capitoli del libro Supernova[3], sembra che negli anni successivi alla mia uscita (mi sono licenziato io) vi sarebbero stati grossi problemi di comunicazione:
Sui rapporti stretti, a volte simbiotici, tra i due fondatori si è scritto molto, ma pochi, pochissimi, sanno che negli ultimi mesi di vita Casaleggio non ha informato Grillo, se non in modo rapsodico, di alcuni passaggi fondamentali: la nascita del Blog delle Stelle, ad esempio, e quella del portale Rousseau.
Genova la cosa è stata presa male, perché in questo modo non è più il blog di Beppe Grillo al centro delle attenzioni; il motore propulsore del Movimento, la sua comunicazione, non passano più da quel portale, ma migrano altrove. Casaleggio sceglie di guardare oltre il vecchio sodale, tutelando da una parte la sua azienda, dall’altra accontentando le richieste dei parlamentari che fanno un pressing asfissiante perché vogliono a tutti i costi un loro spazio che non sia all’ombra del blog di Grillo. E questo ovviamente al comico genovese non va giù. Perché da tempo lui stesso si trova a disagio. Gli “girano le scatole” come lui stesso dice per quello che si va delineando nella marcia verso il potere della sua creatura.
Questa memoria difensiva confonde ancora di più, ma potrebbe fornire un ulteriore “arma di difesa mediatica” ai fan del comico per sostenerlo e difenderlo dalle critiche nei suoi confronti (come se non bastasse quella del “è un comico, scherzava, è stato frainteso“). A questo punto di chi è il Blog? Di chi sarebbe la responsabilità dei contenuti pubblicati anche sui social? Qualcuno è responsabile di quel tweet e di quel post, responsabile ma non per forza colpevole di un qualche reato! Per amor di trasparenza ciò dovrebbe essere reso pubblico e chiarito a tutti gli italiani.