La polizia francese sgombera 400 migranti in un’area a Nord di Parigi per far posto al Villaggio Olimpico in previsione delle Olimpiadi del 2024, senza fornire soluzioni abitative agli sfollati. È quanto successo nei giorni scorsi.
La polizia francese sgombera 400 migranti per le Olimpiadi
Mercoledì 26 aprile poco prima dell’alba circa 100 agenti della polizia francese sono entrati in azione per sgomberare circa 400 persone soprattutto cittadini originari del Ciad e del Sudan, da un edificio abbandonato in un’area a Nord di Parigi. Lo scopo dell’azione era di preparare il terreno per l’imminente costruzione del Villaggio Olimpico per le Giochi Olimpici e Paralimpici di Parigi 2024. Secondo quanto riportato da Info Migrants, la prefettura di Sei-Saint-Denis ha dichiarato che lo sgombero dell’edificio occupato abusivamente non è altro che la conseguenza di una sentenza giudiziaria datata 30 ottobre 2020; l’ordine di sgombero è stato eseguito senza fornire una sistemazione alternativa alle persone che lo abitavano, nonostante vivessero nell’edificio da circa tre anni. La prefettura ha dichiarato il sito, che negli anni Novanta era sede di importanti industrie, come “inagibile ed inadatto all’abitazione, presentante rischi per gli occupanti“: a dimostrazione di ciò riportava una referto medico del marzo scorso riguardante delle cure mediche di emergenza prestate ad un 28enne originario del Sudan che era caduto da sette metri di altezza. La prefettura ha dichiarato che:
“queste scoperte hanno contribuito alla decisione di evacuare l’area, in modo da mettere in sicurezza le persone e il luogo”
Sempre Info Migrants riporta la testimonianza di Faris, un ciadiano di 32 anni, che viveva nello stabile da quando è stato aperto. Questi ha ottenuto lo status di rifugiato nel 2016 e ha un lavoro come interprete, ma non è mai riuscito a trovare un alloggio: “ho chiesto un alloggio sociale ma non c’era spazio, quindi non avevo altra scelta che vivere nell’edifico”.
Le operazioni di sgombero sono andate avanti per oltre quattro ore, con i circa 400 migranti che sono stati separati in due gruppi: le persone con un regolare contratto di lavoro sono state indirizzate verso centri di accoglienza o strutture apposite sparse nella regione; quelli che invece non potevano provare di avere un lavoro sono state inviate in centro vicino a Tolosa, nel Sud della Francia.
Costretti a tornare in strada
I migranti sgomberati però non hanno ricevuto una soluzione abitativa alternativa. I centri di accoglienza e le strutture temporanee non sono abitazioni stabili e consone alle persone sfollate, che non potranno stare lì a lungo. Alcuni occupanti poi, venendo a sapere in anticipo dello sgombero, hanno lasciato l’edificio per paura della polizia, essendo sprovvisti di regolari documenti. Ci hanno pensato gli attivisti ad aiutare gli sfollati arrivando il giorno prima della polizia francese, aiutando gli abitanti a raccogliere e a spostare i propri effetti personali. Il problema rimane comunque grave: chi è riuscito ad essere collocato in una struttura provvisoria prima o poi dovrà uscirne e, se non troverà un alloggio (cosa problematica a Parigi), sarà costretto a ritornare in strada aumentando il problema dei senzatetto, che sono sempre in aumento, esposti alle intemperie e alla miseria; chi ha deciso di abbandonare l’edificio prima dell’arrivo della polizia invece è purtroppo quasi certamente già nella situazione di dover dormire sotto ad uno dei ponti parigini, sovraffollati di clochard.
I giornali francesi riportano come già giovedì alcuni sfollati abbiano abbandonato le loro sistemazioni di emergenza. “Se ne vanno di loro spontanea volontà perché sanno che non ci sarà posto per loro ancora per molto. I migranti senza documento rifiutano sempre di restare per paura della loro condizione” ha dichiarato ancora Faris a Info Migrants. I migranti irregolari, ma spesso anche quelli in regola, devono così tornare per strada, cercando rifugio sotto qualche cavalcavia.
Da dicembre le autorità francesi stanno sistematicamente smantellando i campi profughi e le strutture che sanno essere occupate da migranti, indipendentemente dalla loro grandezza e soprattutto, cosa più grave per la città e per le persone, senza proporre soluzioni abitative alternative. Questi sgomberi avvengono quotidianamente con anche i senzatetto che cercano di nascondersi e fuggire dalla polizia volendo evitare che questi sequestrino loro le tende o le coperte, spesso unico mezzo che hanno per ripararsi. Se l’obbiettivo è costruire nuove strutture e “ripulire” Parigi dandole un’immagine consona ad ospitare i Giochi Olimpici dell’anno prossimo, la soluzione più adatta non sembra certo quella di gettare sempre più persone per le strade, andando a peggiorare la loro condizione, in primis quella umana.
Marco Andreoli