In tanti quando leggerete questo articolo avranno già scritto della notizia della scomparsa di Chadwick Boseman, noto attore statunitense sconfitto dal cancro ad appena 43 anni. E molti di voi avranno già letto i tanti messaggi di cordoglio, dolore e vicinanza sui social network da parte di colleghi, amici e sostenitori. Ecco perché in queste righe proveremo a concentrarci sulla grande eredita lasciata da Boseman: Black Panther, il film che lo ha più di ogni altro fatto conoscere al grande pubblico.
L’Africa ha il suo supereroe
“Spiderman, Ironman, Hulk, Black Panther”… “aspetta, chi?”. Sino a qualche anno fa la reazione dei non appassionati a questa lista di supereroi Marvel sarebbe andata più o meno così. Poi la decisione di portare sullo schermo il primo supereroe di colore, T’Challa…Pantera Nera, re del Wakanda. Per molti questa sarebbe già una vittoria a sé. Finalmente una rappresentazione diversa dai soliti supereroi. Finalmente inclusione. Finalmente anche l’Africa e la black community hanno il loro spazio nel mondo dei supereroi. E lo hanno davvero…dal cast, alla produzione, alla trama, sino alle ambientazioni: Black Panther è un messaggio inequivocabile di rivendicazione e orgoglio. L’interpretazione di Boseman di T’Challa però ha portato questo ambizioso progetto ad andare oltre.
Il supereroe di tutti
Così regale, eppure così normale, così umano e così supereroe…la complessa interpretazione di T’Challa di Boseman, ricca di sfaccettature e mai banale, non lo ha reso il supereroe di una etnia, di un continente, di una regione. Black Panther è come Spiderman, come Hulk, come Ironman…è il supereroe di tutti. Ha rappresentato l’Africa, certo, ma anche di più: la ha resa vicina, fatta conoscere, fatta apprezzare, fatta amare. Ha sostituito quella brutta mania Hollywoodiana del “politically correct” a tutti i costi con una proposta di spessore non solo cinematografico ma anche politica e sociale.
Alla faccia del mainstream…
In pochi avrebbero pensato che la scelta di portare il primo supereroe di colore sullo schermo potesse portare gli stessi risultati al botteghino avuti dai supereroi più noti. Oggi invece Black Panther è tra i cinecomics più apprezzati, li a dimostrare quanto tutto sia sempre stato sbagliato. Non c’è bisogno di occidentalizzare la black culture per potere “vendere”, non c’è bisogno del finto politically correct, ma di un vero cambiamento. Il black può essere mainstream. Ecco la vera eredità di Boseman e di Black Panther. Una eredità che nessuno potrà togliere: essere stato il primo a dimostrare che un supereroe non ha colore, che l’Africa è piena di storie, paesaggi, orizzonti da raccontare. Ecco cosa vuol dire davvero Wakanda Forever.
Beatrice Canzedda