Black Mirror 5×01, Striking Vipers, affronta i temi del futuro dei videogiochi, dell’identità e della sessualità in modo inedito: guardando al futuro attraverso la lente di un mito antichissimo.
Black Mirror 5×01: un episodio “buono da pensare”
In questo articolo vi racconteremo Black Mirror 5×01(Striking Vipers) e i suoi sorprendenti rimandi al mito di Tiresia. Il primo episodio della quinta stagione dello show, secondo noi, lancia una sfida interessante allo spettatore nell’immaginare attualità e futuro dell’esperienza videoludica. Ma, anzitutto: che cos’è Black Mirror?
Una serie su come viviamo la tecnologia
Se siete appassionati di serialità televisiva e nuove tecnologie, il titolo Black Mirror vi sarà familiare – noi ne avevamo parlato qui. Si tratta della pluripremiata serie tv antologica sci-fi ideata da Charlie Brooker, distribuita da Endemol prima su Channel 4, poi su Netflix. Con una massiccia dose di satira e umorismo nero – soprattutto nelle prime tre stagioni – Black Mirror mette in scena i rischi connessi all’uso della tecnologia. Per dirla con le parole del suo ideatore,
La serie racconta come viviamo nel presente, o come potremmo vivere da qui a dieci minuti se non stiamo attenti.
L’idea non è nuova: Black Mirror recupera temi e stilemi di serie antologiche come The Twilight Zone. Tuttavia, l’audacia con cui la serie ha mostrato le possibili derive della nostra dipendenza tecnologica ha conquistato pubblico e critica.
Black Mirror 5×01: Striking Vipers
L’episodio racconta la storia di due amici di gioventù che si rincontrano alle soglie dei quarant’anni. Danny è un padre di famiglia annoiato. Karl è un musicista di successo, esuberante e donnaiolo. Per il compleanno dell’amico, Karl regala a Danny il remake di Striking Vipers, un videogioco picchiaduro a incontri. Da ragazzi, i due avevano trascorso intere nottate a giocarci. Il nuovo capitolo, però, riserva una sorpresa. Infatti un neurostimolatore cala i giocatori in un’esperienza immersiva di realtà virtuale. Riprendendo i propri avatar storici, il guerriero Lance e la femme fatale Roxette, i due amici sperimentano tutte le sensazioni fisiche dei personaggi. Non si tratta di combattere, ma di abitare un corpo completamente altro. Proprio questo porterà la relazione tra Danny e Karl in una direzione inattesa.
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Corpo, sessualità e piacere
Pur non essendo attratti l’uno dall’altro nella vita reale, Danny e Karl come Lance e Roxette intraprendono un’appassionata relazione erotica. Il videogioco per loro si trasforma da spazio di evasione in spazio di sperimentazione. E le esperienze che vivono sono così sconcertanti da mettere in discussione l’orientamento sessuale dei due. Le riflessioni più interessanti provengono da Karl, che sperimenta la forma di alterità più profonda. Infatti lui, uomo afroamericano, nel gioco si trasforma in un’avvenente bionda asiatica. Interrogato da Danny su quali siano le sensazioni di una donna nel sesso, Karl risponde:
Mentre per un uomo è come un’assolo di chitarra, qui è un’intera orchestra che suona lo stesso pezzo.
Il piacere di una donna, dunque, sarebbe più intenso e ricco di sfumature. Karl non è l’unico a nutrire questa opinione: essa ha una storia antichissima.
L’indovino Tiresia
Per rintracciarne le origini dobbiamo rivolgerci alla mitologia greca. Infatti, il primo e più autorevole sostenitore di questo parere fu l’indovino Tiresia, chiamato a risolvere una controversia tra Zeus ed Era. Il re degli dei sosteneva che nel sesso il piacere maggiore spettasse alla donna, sua moglie il contrario. L’indovino testimoniò che, in effetti, nell’amplesso la donna prova nove volte più piacere dell’uomo. Poteva affermarlo con sicurezza perché aveva provato entrambi. Infatti, da ragazzo era divenuto donna per aver ucciso in un boschetto sacro la femmina di un serpente che si accoppiava con il maschio. Per sette anni Tiresia aveva sperimentato tutti i piaceri concessi a una donna. Poi, tornato al boschetto, di una coppia di serpenti uccise il maschio e ridivenne uomo. L’unico che sapesse cosa significhi essere donna.
I richiami a Tiresia in Black Mirror 5×01
Black Mirror 5×01 presenta numerosi rimandi alla figura di Tiresia. Ad esempio, l’immagine del profilo con cui Karl gioca online: due serpenti intrecciati. Come a ribadire l’analogia tra la sua esperienza e quella dell’indovino. Inoltre, lo stesso titolo dell’episodio richiama il mito. Infatti, “striking vipers” può significare “vipere che mordono”, in riferimento alla rapidità dei colpi nel combattimento. Ma anche “colpendo le vipere”: cioè il gesto che conduce alla trasformazione. Se accettiamo questa traduzione, vedremo un curioso parallelismo tra il videogioco e la vicenda di Tiresia. In entrambi i casi, infatti, una uscita dalla realtà ordinaria inaugura un’esperienza che scuote profondamente l’identità.
La provocazione di Striking Vipers
Rievocando il mito di Tiresia, Black Mirror 5×01 lancia una provocazione. Con lo sviluppo delle tecnologie per la realtà virtuale, la distinzione tra reale e virtuale è destinata a diventare labile. L’universo videoludico potrebbe diventare uno spazio di sperimentazione radicale. E portarci a mettere alla prova certezze consolidate riguardo la nostra identità, sessualità, moralità. Dare un senso a tutto questo potrebbe risultare complicato. In effetti, per Danny è arduo raccontare alla moglie le proprie esperienze, come per lei comprenderle. Ugualmente difficile è per Karl trovare una coerenza nella propria identità. La sfida, allora – sembra suggerire Black Mirror 5×01 – è raccogliere il testimone di Tiresia. Rispondendo alla domanda, universale e senza tempo, “chi sono io?” senza andare alla disperata ricerca di etichette definitive, bensì curando le relazioni. E facendo tesoro, anche in modo spregiudicato, delle occasioni di imparare.
Valeria Meazza