Messi alle strette dopo i ban da PayPal e Apple Pay, gruppi di estrema destra hanno dovuto cambiare modo per ricevere donazioni. Si sono tuffati così sulle criptovalute e, più in particolare, sui Bitcoin. Il casus belli che ha visto anche colossi come Google e diversi host chiudere le porte virtuali alle pagine di propaganda neonazista è stato l’escalation di episodi di violenza.
Gli scontri di Charlottesville
Nel 2017 due sono state le iniziative di estrema destra a far accendere su di loro i riflettori mondiali. Da un lato la manifestazione di Charlottesville negli Stati Uniti. Un grande incontro, presenziato nientemeno che da esimi membri di movimenti di estrema destra americani: neonazisti, Alt-Right, Ku-Klux-Klan e suprematisti bianchi. Tutti insieme appassionatamente per gridare a gran voce tesi razziste e antisemite. Sulla scia dei maestri dell’Isis, un neofascista ha persino investito di proposito un gran numero di manifestanti, causando la morte di una donna.
I Movimenti identitari non stanno a guardare
Al di qua dell’Atlantico, i Movimenti identitari europei non potevano certo starsene incollati agli schermi a seguire le vicende di Charlottesville. Ecco allora che noleggiano una nave e decidono di fare un viaggetto nel Mediterraneo. Bello, vero? Affatto. Attivisti provenienti da Germania, Austria, Francia e Italia, si son messi ad intralciare il lavoro delle Ong davanti alle coste libiche, per impedire la traversata dei migranti verso l’Europa. Hanno dato anche un bel nome alla loro iniziativa: “Defend Europe”.
Bitcoin: a mali estremi, estremi rimedi
Dopo la chiusura dei loro conti PayPal e la pressione sulle banche, gli estremisti hanno indirizzato i proventi della loro raccolta fondi verso la criptovaluta Bitcoin. Hanno iniziato così a diffondere, anche attraverso le parole di Martin Sellner, uno dei più famosi rappresentanti dei Movimenti Identitari in Germania, la richiesta di donazioni in Bitcoin. Ma già prima degli eventi di Charlottesville era stato Richard Spencer, membro di spicco del movimento americano Alt-Right, a proclamare il Bitcoin la valuta della destra. Il consenso è stato espresso anche dalla leader dell’Afd nel Bundestag Alice Weidel.
Non è certo la prima volta che gli estremisti strumentalizzano qualcosa per far passare il loro messaggio politico: marchi di scarpe, eroi dei fumetti o persino abitudini alimentari diventano veicoli di pericolosi messaggi di odio e violenza. Da ultimo, sul suolo italico, la befana fascista della Magliana.
Il patrimonio Bitcoin di Andrew Anglin
Il fondatore e editore del sito web “The Daily Stormer”, nome di ispirazione preso da un giornale del terzo reich “Due Stuermer”, Andrew Anglin, ha nel suo wallet virtuale un bel gruzzoletto. A inizio gennaio Anglin disponeva infatti di quasi 38 Btc che, secondo i valori di oggi, corrispondono a 514.160 €. Interessante è notare come molte delle transazioni, sia entranti che uscenti, abbiano la sequenza numerica 1488. Il numero 14 sta per “fourteen words”, un codice neonazista che fa riferimento a questa frase:
“We must secure the existence of our people and a future for White children.” (“Dobbiamo assicurare l’esistenza del nostro popolo e il futuro per i bambini bianchi.”)
Frase che non è solo la sintesi del pensiero di estrema destra, ma anche l’ennesima dimostrazione di quanto il QI di queste persone sia pari o inferiore a quello dell’homo erectus. L’otto è invece l’ottava lettera dell’alfabeto, doppio otto quindi vuol dire “HH”: “Heil Hitler”. Abbiamo già detto quanto sono intelligenti questi soggetti?
YouTube e le donazioni Bitcoin
Scaltre sono state le attiviste di Alt-Right Brittany Pettibone e Lauren Southern, che hanno accompagnato “Defend Europe” con video su YouTube e post sui social media. Sul conto Bitcoin della Southern, proprio nel periodo in cui stava seguendo “Defend Europe” sono arrivate la maggior parte delle donazioni all’ingrasso. A inizio gennaio il wallet della Southern disponeva di più di 4 Btc (qualcosa come 54.122 €).
https://www.youtube.com/watch?v=gQ9jMwgoTZA
L’Isis e i Bitcoin
La fluidità con cui Bitcoin permette lo scambio di denaro non è sfuggita nemmeno ai seminatori di terrore dell’Isis. Ultima in ordine di tempo, è arrivata la notizia dell’arresto di una ragazza pachistana di nascita, ma residente negli Stati Uniti, accusata di sostentare economicamente l’Isis. Nel documento della corte si legge:
“Ha fatto diverse transazioni a individui ed entità poco chiare in Pakistan, Cina e Turchia. (…) Lo scopo di queste transazioni era di portare beneficio all’Isis.”
Il Meir Amit Intelligence and Terrorism Information Center, agenzia di intelligence formalmente privata che opera nello stato di Israele, ha lanciato l’allarme sul sito, affiliato dell’Isis, Akbar al-Muslimin. L’accusa è il postare link per ricevere donazioni in Bitcoin che potrebbero essere poi usate per finanziare l’Isis.
Lorena Bellano